Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 22 giugno 2007 Ogni anno numerosi animali muoiono a causa dell’ingestione di bocconi avvelenati. Questa barbara pratica affonda le sue radici in due ambiti: prima di tutto quello del bracconaggio – per eliminare potenziali concorrenti di caccia come volpi, lupi, faine e altri carnivori, ma anche corvi, gazze e cornacchie che si cibano di uova di altri uccelli – e poi quello delle persone che ritengono fastidiosi cani, gatti e piccioni. Così il pericolo si è avvicinato sempre di più alle abitazioni. Costituendo un pericolo per i bambini che, ignari, possono manipolare esche avvelenate. Anche nei giorni scorsi – ma non è l'unico caso segnalato nel 2007 – è arrivata la puntuale segnalazione di una strage di gatti in loc. Castel Pietra (Calliano): in pochi mesi sono spariti oltre trenta gatti; le ultime due vittime sono state rinvenute agonizzanti ed il verdetto del veterinario consultato è stato lapidario: “avvelenamento da stricnina”. La zona del rinvenimento è luogo di passeggiate amene per turisti e di gioco per bambini. La legge provinciale per la tutela della fauna selvatica vieta espressamente l’uso di esche avvelenate, tuttavia, non vi è l’evidenza di particolari campagne di informazione e azioni di controllo e prevenzione per eliminare tale cattiva abitudine, pericolosa oltre che illegale. E’ evidente dunque che serve anche una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini sia a scopo dissuasivo, sia a scopo informativo per il rischio cui sono esposti i ragazzi e gli animali d’affezione. Poiché, tuttavia, non è agevole reperire il veleno per le esche – si tratta di sostanze chimiche la cui commercializzazione presuppone autorizzazioni specifiche – è evidente che è necessario intervenire sul controllo di tali sostanza responsabilizzando gli addetti alla vendita. Tutto ciò premesso Il Consiglio Provinciale impegna la Giunta a 1. intraprendere azioni volte ad impedire lo spargimento sul territorio di esche avvelenate; 2. informare adeguatamente genitori e bambini nonché i proprietari di animali d’affezione che frequentano parchi pubblici urbani dei potenziali rischi in caso di manipolazione di esche, alla stregua di quanto già attuato positivamente in altre regioni italiane; 3. attuare azioni di sensibilizzazione e verifica presso le strutture di vendita di esche avvelenate. dott. Roberto Bombarda |
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