Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 31 marzo 2008 Sull’energia idroelettrica, ovvero sulla gestione delle grandi derivazioni e delle centrali e la produzione di energia dall’oro bianco del Trentino, unica vera risorsa naturale della nostra terra assieme alle foreste, si sta giocando una delle più importanti partite della storia dell’Autonomia, ma i cittadini del Trentino stanno a guardare senza capire che cosa stia succedendo. Come noto, la prossima scadenza delle concessioni Enel ed Edison sulla grandi derivazioni idroelettriche – i grandi e devastanti impianti che caratterizzarono la vita del Trentino nel secondo dopoguerra e che fecero della nostra provincia uno dei maggiori produttori di “energia pregiata” – ha portato all’assunzione di scelte legislative ed amministrative nazionali e provinciali tali da ricondurre sotto il controllo della comunità del Trentino questa importantissima risorsa naturale, fattore determinante per il mantenimento di un’elevata qualità dell’ambiente naturale e per assicurare al territorio disponibilità energetiche ed economiche di straordinario valore ai fini dello sviluppo dei prossimi decenni. Il controllo e la gestione delle grandi derivazioni a scopo idroelettrico ha pure un profondo valore culturale: quando un territorio, come accade al Trentino, grazie al proprio status di “autonomia speciale”, detiene la titolarità giuridica del demanio idrico – l’acqua, il bene pubblico per antonomasia - e contestualmente possiede gli strumenti giuridici ed economici per trarre da questa risorsa l’energia da utilizzare o da vendere (in entrambi i casi ricavandone risorse economiche per lo sviluppo locale), ebbene questo territorio può definirsi finalmente ed autenticamente “autonomo”. Per completare il quadro sarebbe però necessario che i soggetti gestori del patrimonio idrico fossero totalmente o prevalentemente pubblici, a garanzia del rispetto del diritto fondamentale dell’acqua come bene pubblico, di proprietà ed uso di tutti i cittadini. Ma questo avviene purtroppo solo in parte. Già, perché nel definire il subentro ad Enel ed Edison, la scelta della Provincia è stata quella di non costituire un soggetto (o due soggetti) totalmente pubblici, ma di creare assieme ai due giganti dell’energia nazionale ed europea due cosiddette New.Co., cioè due nuove società nelle quali verranno conferiti i rami d’azienda rispettivamente di Enel Produzione (più Enel Rete Gas) e di Edison. Nel primo caso (Enel) si tratta di un pacchetto di 14 concessioni per grandi derivazioni e di 22 centrali per una potenza efficiente complessiva di 1,4 GW ed una producibilità di 3,6 TWh annui, nonché di 7 centrali “mini idro” (piccole derivazioni) di potenza efficiente complessiva pari a 14 MW ed una producibilità di circa 46 GWh annui (più l’intero capitale di Avisio Energia Spa, società che distribuisce gas naturale in 32 comuni). Nel secondo caso (Edison), 3 centrali idroelettriche (Taio-Santa Giustina, Mezzocorona/Mollaro e Pozzolago, con concessioni in scadenza rispettivamente nel 2008, 2017 e 2016), per una potenza installata complessiva di circa 180 MW e una producibilità media di oltre 500 milioni di KWh all’anno. Il corrispettivo dovuto ad Enel per il 51% della prima New.Co. sarà di 561 milioni di Euro, mentre quello dovuto ad Edison per il 51% della seconda New.Co. sarà di 53,75 milioni di euro. Il 51% delle due New.Co. – percentuale che garantisce il controllo delle due società - non sarà ceduto però ad una società interamente di proprietà della Provincia autonoma di Trento, bensì a Dolomiti Energia Spa, società di cui “solo” il 28,075% del capitale sociale è di proprietà di Tecnofin Trentina Spa e dunque, indirettamente, dell’ente pubblico che rappresenta tutti i circa 500 mila trentini: da quelli residenti nelle città a quelli che abitano nelle valli e che hanno pagato direttamente, in questi decenni, i danni e le devastazioni creati all’ambiente naturale ed al paesaggio dalle grandi derivazioni di Enel ed Edison ricavandone, indirettamente, qualche piccolo ristorno solo grazie ad una piccola percentuale dei sovraccanoni dovuti al titolare del demanio idrico versata ai consorzi dei Comuni (BIM) operanti nei diversi bacini imbriferi della nostra provincia. Ovviamente le cose non accadono a caso: la volontà della Provincia è stata infatti quella di “far partecipare” a questa importante partita più soggetti – pubblici e privati – operanti in Trentino e di non mantenere tutto “in casa”. Una scelta che ha una sua logica e può anche essere in parte condivisibile. Se non fosse che quantomeno andrebbe offerta a tutti i cittadini (visto che l’acqua è pubblica e che l’energia da essa prodotta dovrebbe far “guadagnare” tutti…) la stessa possibilità di giocare questa partita, ovviamente ciascuno secondo le proprie possibilità economiche e secondo una libera scelta. Tutti i cittadini trentini, se correttamente informati, sono in grado di capire che, con la crisi petrolifera alle porte, con il bisogno di energia che sarà sempre più forte a livello mondiale, con la difficoltà di trovare un investimento redditizio anche per un modesto capitale, difficilmente mettere una parte dei propri risparmi in una società che produce energia elettrica sarà una partita in perdita! E dunque se è giusto che ci guadagnino i grandi imprenditori privati, la multiutility di Brescia e Milano o la “finanziaria” vicina alla Curia trentina, è ancora più giusto che ci guadagni il “cittadino qualunque del Trentino”, e non solo “indirettamente”! Torniamo infatti alla società che controllerà le due New.Co. Il 24,16% del capitale di Dolomiti Energia (pari nel complesso a 119 milioni di euro divisi in azioni del valore nominale di 1,00 euro) è di proprietà di Trentino Servizi Spa, società il cui capitale sociale è di 224,790 milioni di euro. La società subentrata a SIT di Trento e ASM di Rovereto non è di proprietà interamente pubblica: il Comune di Trento possiede circa il 40% del capitale, il Comune di Rovereto poco più del 37%. Al loro fianco, con complessivamente un 5% circa, altri 60 Comuni (dunque nel complesso meno di un terzo dei Comuni trentini; e ne’ Trento, ne’ Rovereto sono i Comuni che hanno “pagato” di più i danni delle opere idroelettriche). Poi l’Istituto di Sviluppo Atesino Spa con il 2,7% circa e poi il “socio industriale” ASM Brescia, che con ASM Milano ha dato vita al colosso A2A, con ben il 14,5% del capitale sociale. Procediamo nell’analisi della composizione del capitale sociale di Dolomiti Energia Spa. Il 22%, dunque una parte molto rilevante, è di proprietà di FT Energia Spa, società a sua volta controllata da “La Finanziaria Trentina Spa” e della quale sono pure soci forti gli imprenditori trentini Lunelli (con il 17,5%), Marangoni e Briosi (5,85% ciascuno) ed altri. A sua volta la Finanziaria Trentina è partecipata da una quarantina di soci, prevalentemente imprenditori trentini, tra i quali spiccano ancora Lunelli e Briosi (5% ciascuno), Marangoni (3,45%) e ISA spa (2,5%). Ma del resto ISA Spa è proprietaria anche direttamente del 5% del capitale sociale di Dolomiti Energia Spa. Non c’è che dire: i suoi amministratori sanno guardare molto lontano e sanno investire molto bene i capitali a loro disposizione! Peccato che ISA Spa non rappresenti tutta la collettività trentina! Completiamo la composizione del capitale di Dolomiti Energia Spa: il 10% è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, mentre la quota rimanente è di proprietà di alcune municipalizzate od ex municipalizzate e consorzi elettrici di valle: AGS Spa (2,52%), STET Spa (3,16%), Air Spa (1,75%), Acsm Spa (1,39%), Asm Tione (0,005%) ed i due consorzi elettrici cooperativi di Stenico (0,98%) e Storo (0,94%). Dunque, considerando le catene di controllo delle municipalizzate e dei soci di Trentino Sviluppo si potrebbe affermare che, almeno in via indiretta, i cittadini di gran parte del Trentino siano “rappresentati” in questa operazione, anche se si nota immediatamente la rilevanza dei privati – anche esterni al Trentino come A2A – rispetto ai soggetti pubblici locali, come ad esempio i piccoli comuni di montagna che hanno pagato e pagano ogni giorno i prelievi della “loro” acqua, nonostante quanto affermato in precedenza circa l’interesse prevalentemente pubblico e collettivo dell’operazione. Ora, poiché l’acquisizione del 51% delle due New.Co. sarà operazione molto onerosa, i vertici di Dolomiti Energia Spa stanno portando avanti i passi necessari per una ricapitalizzazione della società per mezzo dell’aumento del capitale sociale. Nell’ambito di questo processo sono state avanzate alcune soluzioni, tra le quali la fusione con Trentino Servizi Spa e l’ingresso nel capitale sociale di nuovi soci – ovviamente subordinatamente alla rinuncia da parte dei soci in essere del loro diritto di prelazione – tra i quali i Consorzi BIM (unici soggetti che, se presenti tutti insieme, potrebbero realmente rappresentare, al fianco della Provincia e sia pure indirettamente, gli interessi collettivi di tutti i cittadini trentini) ed il sistema cooperativo trentino, le cui imprese sono state lasciate (o hanno deciso di restarvi) un po’ al margine dell’operazione, fin dalla costituzione iniziale di Dolomiti Energia Spa. E’ possibile, da quanto si legge sulle cronache locali, che avvenga l’uno e l’altro. Ovvero che Dolomiti Energia apra il suo capitale sociale all’ingresso dei due nuovi soci (i BIM ed il sistema cooperativo), con una percentuale, si dice, tra i 4 ed il 10% (più probabile la prima) e che poi si compia il processo di fusione, con ulteriore aumento o meno di capitale sociale, tra Dolomiti Energia e Trentino Servizi, dando così vita ad una società con le spalle più solide e maggiormente in grado di sostenere la pesante doppia operazione con Enel ed Edison e gli investimenti che ne seguiranno nel corso degli anni a venire. Ma in un caso e nell’altro, ed è quello che si intende rimarcare con il presente atto, i cittadini trentini rimarranno alla finestra e non potranno diventare diretti protagonisti di questa che è, lo ripeto, la più importante partita economica (e sociale) mai giocata in Trentino dal momento in cui ci è stata riconosciuta l’Autonomia. Un’Autonomia fondata soprattutto sul diritto di proprietà, di uso e di ricavarne beneficio (ambientale, sociale ed economico) dei beni pubblici, in primis dell’acqua. Sarebbe un fatto senz’altro positivo che all’interno delle due New.Co. costituite dalla Provincia di Trento con Enel ed Edison tramite Dolomiti Energia Spa i cittadini residenti in Trentino avessero un proprio spazio, significativo e riconoscibile! Dolomiti Energia Spa dovrebbe diventare una public company (cioè una società nella quale il capitale sociale è suddiviso tra un alto numero di soci) o quanto meno una società di cui una quota significativa del capitale sociale (almeno il 10%, che è poi “solo” il doppio della quota di proprietà dell’Istituto di Sviluppo Atesino….) fosse di proprietà dei cittadini del Trentino. Così un “sindacato dei piccoli azionisti”, attraverso appositi patti parasociali, potrebbe esprimere un membro del consiglio di amministrazione o del collegio sindacale, potendo dire la propria nei momenti di vita della società. In questo modo migliaia di cittadini e numerosi piccoli imprenditori potrebbero essere parte attiva di questa importante sfida, potrebbero investire in maniera quasi sicuramente redditizia una parte dei loro risparmi in una società trentina che fa rendere i soldi dei trentini attraverso l’uso delle risorse pubbliche del Trentino! Sentendosi così, una volta di più, artefici della costruzione di un’Autonomia veramente compiuta. Basterebbe che la politica facesse il suo lavoro e perseguisse i reali interessi dei cittadini. Ad esempio, facendo in modo che la Provincia ed i Comuni principali – complessivamente i maggiori azionisti - possano chiedere, tramite i soggetti titolari delle rispettive quote in Dolomiti Energia Spa (Tecnofin Trentina, Trentino Servizi, le Municipalizzate….) che l’aumento di capitale sociale possa avvenire tramite rinuncia al diritto di prelazione da parte dei soci in essere a vantaggio di una sottoscrizione pubblica di quote di capitale sociale, in tagli ragionevoli tali da consentire anche al cittadino qualunque – od alla piccola impresa, artigiana, commerciale, turistica, agricola, dei servizi – di partecipare a questa operazione. Oppure il capitale sociale in aumento potrebbe essere versato e sottoscritto dalla Provincia (tramite Tecnofin Trentina Spa od altra società interamente pubblica) per poi essere messo a disposizione, a condizioni chiare e ben definite e senza speculazioni finanziarie da parte di nessuno, dei cittadini e delle piccole imprese della nostra provincia. In definitiva, ogni trentino, singolo cittadino o piccolo imprenditore, deve avere il diritto di poter essere socio in questa grande operazione e, attraverso la partecipazione societaria, deve avere la possibilità di esprimere le proprie idee e proposte sulla gestione dell’acqua! Questa è la Democrazia in un’Autonomia matura. Concludo dichiarando lo stupore rispetto alla scarsa attenzione dimostrata da gran parte della politica di fronte a quello che sta accadendo. L’energia è e sarà il fattore determinante per lo sviluppo di ogni città, di ogni regione, di ogni stato. L’acqua è il bene pubblico per eccellenza, sempre più scarso e sempre più prezioso. Ma qui il dibattito è scarso o assente, ad iniziare dal Consiglio provinciale, il “parlamentino” della nostra Autonomia speciale. Ed i movimenti che accadono sono veramente di portata storica. Abbiamo visto nel presente atto l’operazione Enel/Edison-Dolomiti Energia, ma è di grande significato economico e politico per il nostro territorio quello che sta accadendo anche per il controllo di Edison. Dolomiti Energia Spa detiene infatti il 10% (un altro 10% è di proprietà di Sel, l’omologa società costituita a Bolzano) di Delmi, società proprietaria del 50% e controllante la società Transalpina di Energia, a sua volta controllante (con il 61,3%) Edison Spa. Ebbene Delmi è controllata al 51% da A2A ed è in previsione un accorciamento della catena di controllo di Edison, fondendo Delmi in A2A. Ovviamente il Trentino non può “stare a guardare”. E’ necessario che di queste operazioni si parli, si discuta anche all’interno delle istituzioni, poiché dal loro esito dipenderanno molte situazioni che potranno riguardare la vita e le attività dei nostri concittadini e delle nostre imprese. Ciò premesso il Consiglio impegna il Presidente del Consiglio provinciale 1. a promuovere la convocazione di un momento informativo ufficiale, con relativo dibattito aperto all’intervento di tutti i Consiglieri, riguardante la questione energetica in Trentino e la costituzione delle due New.Co tra Dolomiti Energia Spa ed Enel/Edison ed impegna la Giunta provinciale 2. a fornire periodicamente ai trentini, tramite i propri mezzi di comunicazione e gli organi di informazione locali, maggiori e più approfondite notizie sui fatti riguardanti la questione energetica e la costituzione delle società con Enel ed Edison cui spetterà la gestione delle grandi derivazioni e delle principali centrali idroelettriche del Trentino; 3. a comunicare tempestivamente al Consiglio provinciale ogni modifica nella composizione sociale di Dolomiti Energia Spa ed ogni operazione di rilievo (partecipazioni comprese) da questa realizzata, illustrandone le motivazioni e le conseguenze per il territorio, la popolazione e le imprese locali; 4. a verificare la possibilità, direttamente e tramite Tecnofin Trentina Spa e comunque prima della costituzione delle due New.Co tra Dolomiti Energia ed Enel/Edison, di trasformare Dolomiti Energia Spa in una public company o di fare in modo che futuri aumenti di capitale sociale di Dolomiti Energia Spa possano essere sottoscritti anche da un ampio numero di cittadini e di piccole imprese residenti in Trentino, affinché la partita della gestione delle risorse idriche e della produzione idroelettrica dei prossimi decenni possa vedere la partecipazione diretta ed il protagonismo di tutti i cittadini e di tutte le piccole imprese interessate, in aggiunta agli enti pubblici ed alle principali imprese, pubbliche e private anche non trentine, fin qui coinvolte. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda
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