Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 9 ottobre 2009 Tra le infrastrutture sportive e tra le iniziative di valorizzazione territoriale più apprezzate ed utilizzate in Trentino negli ultimi anni vi sono le piste ciclabili. Moltissimi trentini di ogni età e migliaia di turisti utilizzano annualmente le diverse piste che via via stanno caratterizzando tutte le vallate del Trentino e che stanno prefigurando una rete provinciale che connetta la valle dell’Adige, già attraversata da nord a sud da un’importante struttura, alle valli principali, in particolare quelle che hanno un naturale sbocco verso le regioni limitrofe. Per quanto riguarda le Giudicarie, sono stati realizzati già diversi tratti, che percorrono quasi per intero i fondovalle della Rendena e del Chiese, ma anche una parte della “busa” di Tione. Il recente via libera alla realizzazione del tratto Sarche-Terme di Comano, attraverso in particolare il recupero della vecchia strada del Limarò prefigura il collegamento delle Giudicarie verso la Valle dei Laghi e, da qui, verso Trento o verso l’Alto Garda e Rovereto. Rimane però un “punto nero” sulla carta geografica, costituito dalla forra di Ponte Pià, posta tra Tione e Ponte Arche. Qui il passaggio è molto angusto – del resto si tratta dei “Saxa Stenici” di antichissima memoria, la soglia tra le Giudicarie esteriori e quelle interiori – reso ancor più complesso dalla presenza della diga e dal lago artificiale, oltreché dalle gallerie della strada statale n. 237 del Caffaro. Nel corso degli anni sono state formulate diverse ipotesi di soluzione, ma mai quella definitiva. Oggi, con la proprietà della diga ricondotta nell’alveo della Provincia attraverso il controllo di Dolomiti Energia Spa e, tramite questa, di Hydro Dolomiti Enel Srl potrebbe essere l’occasione per valutare il possibile superamento di questo importante ostacolo naturale/artificiale. La soluzione del transito ciclopedonale nell’attuale galleria stradale, quando verrà realizzata la nuova galleria già prevista nel Piano urbanistico provinciale, è sicuramente suggestiva, ma assai lontana nel tempo. Una soluzione più rapida potrebbe considerare l’utilizzo di una parte della vecchia stradina carrabile che corre sulla sinistra idrografica della forra – adeguatamente messa in sicurezza - ed il recupero dei tratti più sicuri della strada statale sostituita trent’anni fa dall’attuale galleria in destra idrografica. I collegamenti, da una parte all’altra della forra, nei tratti più stretti, potrebbero essere assicurati da passerelle ciclopedonali o da uno o più ponti su barche che possano adattarsi alla variazione di livello del lago artificiale. In definitiva, il tratto delicato da superare per collegare Tione e Ponte Arche non sarebbe molto lungo, all’incirca poco più di un chilometro. Un altro problema di ordine tecnico riguarderà quindi il superamento dell’alveo del torrente Algone, in sinistra idrografica, dove attualmente termina la ciclabile che scende da Coltura. Trattandosi di un torrente di modesta portata idrica (anche nei periodi più piovosi o di disgelo) non dovrebbe essere necessario un ponte ciclopedonale di grandi dimensioni come quelli già realizzati per attraversare l’alveo del Sarca. Una volta superato il “nodo” di Ponte Pià, i ciclisti potrebbero essere indirizzati lungo l’antica carrabile verso Cillà, nel Comune di Bleggio Inferiore, e da qui ridiscendere a Ponte Arche viaggiando lontani dalla strada statale. Infatti tra Ponte Pià e Ponte Arche non sembra realizzabile lungo la strada statale una pista ciclopedonale sicura e sostenibile dal punto di vista economico. Tutto ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. ad individuare da un punto di vista tecnico-progettuale, in accordo con la Comunità di valle delle Giudicarie e con i Comuni più direttamente interessati, sentita Hydro Dolomiti Enel Srl, la soluzione migliore e più sostenibile anche da punto di vista economico ed ambientale per risolvere il “nodo” del collegamento ciclopedonale tra Tione e Ponte Arche; 2. ad inserire la soluzione individuata nel piano pluriennale delle piste ciclabili; 3. a sostenere la progettazione definitiva e l’avvio della realizzazione dell’opera in oggetto nell’ambito degli stanziamenti del bilancio pluriennale per gli anni 2010-2012. Cons. prov. Roberto Bombarda |
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