Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 10 aprile 2007 Dopo la presentazione dei più recenti dati da parte dell’International Panel on Climate Change, la realtà dei cambiamenti climatici non può più essere messa in discussione. Del resto chi si occupa di glaciologia lo aveva capito da tempo che la temperatura del pianeta, delle Alpi per quanto ci riguarda, sia stava inesorabilmente alzando e che le precipitazioni stavano modificando, altrettanto inesorabilmente i loro cicli e la loro intensità, con una diminuzione nel periodo invernale. Così i ghiacciai si sono sensibilmente ridotti, pur rimanendo in Trentino presenti in gran numero ed in unità di considerevoli dimensioni, come nel caso della fronte dell’Adamello-Mandron in Val Genova, maggiore ghiacciaio italiano. La riduzione di massa e conseguentemente areale dei ghiacciai ha riflessi molto importanti sul clima locale e globale, sul regime di deflusso delle acque, sulla stabilità dei bacini idrografici. Anche l’alpinismo, l’escursionismo ed il turismo montano in genere posso subire delle conseguenze negative dall’arretramento dei ghiacciai e dalla riduzione del permafrost (il suolo permanentemente gelato), in quanto si liberano aree che presentano caratteri di instabilità geologica che potrebbero dare origine anche a rischi per persone e cose. Del resto, la chiusura di alcuni famosi percorsi alpinistici (ad esempio le vie al Cervino) dovuta allo scioglimento di ghiacciai e permafrost sta diventando una costante nell’arco alpino e potrebbe manifestare in futuro importanti conseguenze anche in Trentino. Di questo sono pienamente consapevoli i soggetti che da alcuni anni hanno dato vita in Trentino ad una convenzione che ha per oggetto il monitoraggio, la studio e la divulgazione dei dati relativi ai ghiacciai trentini ed alla loro evoluzione: si tratta del Comitato Glaciologico Trentino della SAT, nato nel 1990 come emanazione locale del Comitato Glaciologico Italiano, del Museo Tridentino di Scienze naturali, della Provincia autonoma di Trento-Ufficio previsioni e organizzazione e del Centro universitario per la difesa idrogeologica dell’ambiente montano dell’Università di Trento (Cudam). Gran parte delle attività svolte nell’ultimo decennio, con importanti lavori di bilancio di massa e monitoraggio ed originali iniziative di divulgazioni, tra le quali spicca il “Centro studi glaciologici Julius Payer” in Adamello aperto nel 1994, sono state svolte grazie all’impegno dei volontari della SAT appositamente formati (molti dei dati e dei lavori sono tra l’altro consultabili sulle pagine ospitate nel sito www.sat.tn.it), con l’aiuto tecnico e finanziario della Provincia e con il supporto ed il coordinamento del Museo che ha potuto fornire una sorta di segreteria tecnico-scientifica permanente. L’accelerazione dei fenomeni in corso, la necessità di poterli misurare e comprendere, l’opportunità di promuovere tutte le azioni necessarie ad informare la cittadinanza ed i frequentatori della montagna dovrebbe suggerire a questo punto di implementare le attività di studio e divulgazione sulle aree glaciali e periglaciali, promuovendo così come già fatto in altre aree montuose (a nord ed a sud delle Alpi; in Val d’Aosta, ad esempio, la Regione ne ha promosso l’istituzione nell’ambito dei progetti della Fondazione montagna sicura) la costituzione di una vera e propria “cabina di regia” sui ghiacciai, con compiti specifici di monitoraggio, studio e divulgazione e con corrispondenti dotazioni tecniche e finanziarie al fine di garantire la completa realizzazione degli obiettivi proposti. Ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a promuovere l’istituzione di una cabina di regia dei ghiacciai trentini, con il pieno coinvolgimento della SAT, del Museo di Scienze Naturali e dell’Università di Trento, dotando questo nuovo organismo di risorse tecniche ed economiche tali da garantire una permanente attività di monitoraggio, di studio e di divulgazione sui ghiacciai e sull’ambiente periglaciale del Trentino. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda |
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