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Trento, 2 luglio 2008
Rilascio al Comune di Arco della concessione
per lo sfruttamento dell’acqua profonda del Linfano

Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Il 20 maggio scorso, il Consiglio comunale di Arco ha votato a larga maggioranza (17 voti favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti) una mozione presentata il 29 aprile dai gruppi consiliari Verdi, Lista Civica, Democratici di Sinistra, Unione per Arco, Arco nel Cuore e Nilla Bertamini avente ad oggetto: “Lo sfruttamento dell’acqua minerale del Linfano sia gestito dall’ente pubblico”.

La deliberazione, divenuta esecutiva il 2 giugno scorso, impegna il Sindaco e la Giunta comunale:

1. a promuovere un dibattito in Consiglio comunale dedicato all’uso dell’acqua minerale scoperta in località Linfano

2. ad attivarsi nei confronti della Provincia di Trento affinché la concessione per lo sfruttamento dell’acqua sia assegnata al Comune di Arco, ovvero, in subordine, affinché effettui tutti i passi necessari per garantire lo sfruttamento nell’interesse del Comune stesso.

Nella premessa della proposta di mozione i consiglieri proponenti ricordavano che il 6 novembre 2007 il sottoscritto consigliere provinciale interrogava la Giunta provinciale per sapere “se non ritenga opportuno che l’utilizzo e lo sfruttamento a fini economici dell’acqua profonda sottostante la località Linfano nel Comune di Arco rimanga di proprietà, gestione e utilizzo pubblico affinché possa andare a beneficio dell’intera comunità locale”.

Non avendo ricevuto risposta entro i termini regolamentari, il 22 aprile 2008 interrogava nuovamente la Giunta durante il “question time” del Consiglio provinciale, ricordando che l’acqua è il bene pubblico per antonomasia, che è necessario conoscere le condizioni idrogeologiche dell’area (per sapere ad esempio se l’acqua eventualmente prelevata potrebbe ridurre le disponibilità degli acquedotti pubblici) e che le fonti termali trentine sono tutte di proprietà pubblica (con la gestione spesso affidata a soggetti controllati totalmente od in maggioranza dall’ente pubblico).

Nel ricordare l’iter amministrativo con il quale è stato concesso il permesso di ricerca mineraria di acqua minerale naturale denominata “Brione”, la Giunta provinciale ha affermato che “qualora alla ricerca conseguano effetti positivi, il ricercatore potrà inoltrare alla Provincia la richiesta di concessione per lo sfruttamento dell’acqua minerale”. Nella risposta si legge inoltre che “ancorché la normativa in materia preferisca il ricercatore ad ogni altro richiedente, il rilascio della concessione non costituisce un atto dovuto”. E prosegue: “In ogni caso, a seguito dell’esito della ricerca, ai fini dell’assegnazione della concessione per lo sfruttamento del bene, saranno effettuate le valutazioni necessarie per garantire nell’interesse pubblico una corretta utilizzazione del giacimento”.

“Riteniamo doveroso a questo punto – si legge ancora nella premessa - aprire uno spazio di informazione dell’intera cittadinanza locale ed un ampio confronto ad iniziare dalla sede più deputata per discutere di come gestire il bene naturale più prezioso di proprietà collettiva della nostra comunità, vale a dire l’acqua. Siamo inoltre convinti che lo sfruttamento di questa risorsa naturale debba essere esercitato (se si riterrà utile o necessario esercitarlo, aggiungo io) da una società a partecipazione pubblica” (aggiungo ancora io, possibilmente di proprietà pubblica del Comune di Arco o dei Comuni dell’Alto Garda, od in ogni caso da una società anche partecipata da capitale privato ma il cui controllo debba essere esercitato dal Comune di Arco).

L’esempio delle altre aziende termali trentine è chiarissimo in questo senso: a Comano, in particolare, la società di gestione è interamente di proprietà dei sette Comuni locali e lo statuto sociale prevede addirittura di distribuire annualmente una quota fissa del fatturato ad iniziative di “assistenza e beneficenza”.

Ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

1. ad accogliere la richiesta espressa dal Consiglio comunale di Arco, affinché si possa valutare se e come sfruttare l’acqua minerale scoperta al Linfano e, nel caso si decidesse di sfruttarla, assegnandone la concessione al Comune di Arco o ad una società partecipata a maggioranza dallo stesso Comune o dai Comuni dell’Alto Garda, “per rilevante e preminente interesse pubblico altrimenti leso”;

2. a riconoscere l’iniziativa privata nella scoperta del giacimento minerario ed eventualmente a coinvolgere lo stesso imprenditore privato in ogni iniziativa di utilizzo e valorizzazione del bene pubblico rappresentato dall’acqua minerale, soprattutto se ne saranno riconosciute anche valenze terapeutiche termali.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

     

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