Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 13 luglio 2012 La legge provinciale 25 giugno 2005, n. 8 con la quale si è inteso promuovere un sistema integrato di sicurezza con la conseguente riorganizzazione dei corpi di vigilanza urbana si è prefissa obiettivi in larghissima parte condivisibili. Nessuno mette in discussione l’opportunità di un maggior coordinamento e di una migliore collaborazione fra i diversi corpi preposti alla sicurezza dei cittadini ed alla sorveglianza del territorio. Sommando il numero dei vigili urbani, degli agenti forestali, dei guardiacaccia che operano sul territorio provinciale si può constatare che si tratta ormai di un ragguardevole numero di addetti, con costi rilevanti a carico di Provincia e Comuni. Per quanto riguarda i corpi dei vigili urbani è altrettanto condivisibile l’obiettivo di favorire l’integrazione dei vari corpi comunali promuovendo l’aggregazione in consorzi. Ciò che ha suscitato perplessità in molte persone è stata la scelta di dotare i vigili di armi da fuoco, assimilando questi agenti in tutto e per tutto ai corpi di pubblica sicurezza per i quali tradizionalmente è previsto un servizio armato, quali carabinieri, guardia d finanza e polizia di stato. Nell’immaginario collettivo il vigile, urbano o agente di polizia locale, non è percepito come un agente dedito al contrasto della criminalità comune (contrasto che in taluni casi richiede anche l’uso delle armi). Per tale ragione chi è abituato ad identificare il vigile urbano come colui che controlla il traffico urbano, esegue accertamenti per conto dell’Amministrazione comunale, compie verifiche edilizie, ecc., non gradisce interloquire con agenti armati di tutto punto. Altri fanno osservare che il tasso di criminalità del nostro territorio, specialmente nei centri minori ove l’armamento dei vigili urbani ha suscitato maggiori perplessità, non è tale da giustificare l’incremento del numero di agenti armati sul territorio. Tanto premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere: 1. Quanto è stato speso, complessivamente, per l’armamento dei vigili urbani dipendenti dai comuni che hanno deciso di armare il proprio corpo dei vigili urbani; 2. Quanto costa, annualmente, il mantenimento dell’armamento e l’addestramento dei Vigili urbani nell’uso della pistola in dotazione; 3. Quali sono i comuni trentini che hanno scelto di non armare i propri vigili; 4. Quante sono le azioni di contrasto alla criminalità che hanno visto, concretamente, la partecipazione della polizia locale e nelle quali si è fatto ricorso all’uso delle armi in dotazione. Cons. Roberto Bombarda |
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