Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 13 settembre 2005 Il nuovo progetto di sviluppo dell’area di Tremalzo, che mette definitivamente in soffitta il progetto elaborato negli anni scorsi dall’Irvat che peraltro aveva già ottenuto un’autorizzazione dalla VIA, muove le sue finalità da un rispetto imprescindibile per l'ambiente naturale, per la sua salvaguardia e valorizzazione. L'orientamento è infatti quello di un turismo sostenibile per mezzo del quale il turista possa godere di uno stretto contatto con l' ambiente. Così almeno recitano le linee guida del progetto stesso. Ma pur apprezzando le finalità di fondo ed alcuni obiettivi concreti, quali ad esempio il ridimensionamento dell' impiantistica dello sci alpino, una maggior attenzione allo sci da fondo (più naturale e certamente meno impattante), una particolare attenzione alla famiglia, c’è da chiedersi come possa tutto questo coniugarsi con una colata di cemento di circa 68.000 metri cubi che andrà a ricoprire la parte centrale della bella e limitata conca di Tremalzo. A tanto ammontano infatti le cubature concesse dal Comune di Tiarno di sopra con la variante al Piano regolatore generale approvato nella seduta consiliare del primo agosto scorso. Quasi 70 mila metri cubi con destinazione alberghiera e residenziale, a cui vanno aggiunti due bacini per la raccolta dell’acqua delle dimensioni di 7.500 mc ciascuno, nuovi parcheggi, modifiche alla viabilità, eccetera. Va peraltro segnalato come l’approvazione della variante al piano regolatore sia stata preceduta da un’altra delibera comunale con la quale sono stati alienati a favore di un imprenditore bresciano oltre 4 ettari del più pregiato pascolo di Malga Tremalzo, terre di uso civico secolare degli abitanti della Valle di Ledro, in cambio di una superficie superiore (per fortuna) posta in altra località ma, sentiti degli esperti, forse di minor valore ambientale, storico e paesaggistico. Sulle aree alienate, con procedura ad avviso dello scrivente un po’ forzata e non molto trasparente nei confronti della comunità – quantomeno per la tempistica, poiché tra la domanda del richiedente e le delibere del consiglio sono trascorsi in tutto formalmente solo 15 giorni e dunque non ci sono state occasioni e modi per illustrare alla popolazione che cosa si andava alienando per sempre – saranno costruiti i nuovi volumi. Che, una volta realizzati, rimarranno in piedi per sempre, magari trasformandosi nel tempo in altre destinazioni come documentato di diverse esperienze analoghe vissute in Trentino. Si inizia con l’albergo, l’albergo non va ed allora lo si trasforma in mini-appartamenti da utilizzare 15 giorni all’anno. Qualcuno incassa e intanto il terreno secolare non c’è più… Analoghe esperienze inducono poi a temere, pur nel rispetto della “buona fede” del proponente, che le cose possano non andare per il verso voluto dagli investitori: nessuno può oggi escludere che quanto previsto dal Comune di Tiarno di sopra non sia che l’inizio di un’operazione di portata molto più ampia. In caso di difficoltà economiche dei promotori sarà infatti molto semplice per loro sostenere la necessità di nuovi edifici, di nuove piste, di nuove residenze turistiche. A che cosa ci serve l’esperienza del passato se non per evitare simili errori? Le linee guida del progetto recitano ancora "si tratta in ultima analisi della creazione di un modello di stazione turistica che coniughi qualità dell' offerta e rispetto dell' ambiente, in una prospettiva di sviluppo locale di moderna concezione ma di antiche radici": ma come potrà il turista godere della naturalità di Tremalzo quando questa sarà stata stravolta per costruire questo tipo di mega-strutture? Si sentirà ospite e in equilibrio con l' ambiente oppure attore, sia pure involontario, della sua alterazione? Come potrà godere della naturalità dell'ambiente in cui sarà ospite quando tra sè e la natura troverà dei muri di cemento? Come si può parlare di “antiche radici” quando la malga di Tiarno di Sopra, simbolo di antiche tradizioni di alpeggio e zootecnia che per secoli hanno contribuito in modo determinante al sostentamento delle nostre popolazioni di montagna viene cancellata per sostituirla con un falso agritur, dal costo di 4 milioni di euro con un garage interrato per 76 posti auto e annesso ascensore? Parliamo di “falso agritur” in quanto, al contrario di ogni direttiva che vuole un’integrazione, anche di reddito, tra un turismo eco compatibile e sempre più alla ricerca di sapori e sensazioni antiche e genuine ed il mondo dell'agricoltura di montagna con le vacche, i pastori, l' odore del fumo, del latte fresco, del formaggio appena fatto, delle deiezioni che ancora sanno d' erba, le attività di malga saranno allontanate e “ghettizzate” e al loro posto troveremo una mostra "riguardante i prodotti tipici e gli utensili agricoli dell' epoca". Ma questo non è che un grottesco paradosso: cancelliamo antiche tradizioni e poi le mettiamo in bella mostra in un museo. E poi, un agritur dovrebbe trasmettere i valori e le sensazioni della vita d’alpeggio o di campagna, una dimensione di tipo familiare dell’esperienza turistica: non si dovrebbero fare gli agritur con un’ospitalità di massa, da turismo “industriale”. In ultima analisi si ritiene che il progetto compia in premessa un grosso sforzo di ricerca dei valori naturalistici, come previsto dalla direttiva Habitat, e di antiche tradizioni ma poi, in fase progettuale, disattenda tutti questi valori a favore di una eccessiva cementificazione del territorio e di scelte contrarie alla loro salvaguardia. L’area di Tremalzo e Tombea, giova ricordarlo, ospita infatti uno dei SIC (Siti di importanza comunitaria) più rilevanti dell’intero Trentino: un vero e proprio “parco naturale”, ricchissimo di flora endemica – addirittura con le maggiori concentrazioni dell’arco alpino – che attende di essere tutelato e valorizzato attraverso un piano di gestione che faccia propri gli indirizzi e le indicazioni delle direttive europee. Se questo progetto verrà malauguratamente attuato si creerà in quota una stazione turistica, che potremmo tranquillamente definire il “settimo paese” della valle di Ledro, con tutte le problematiche legate all'approvvigionamento idrico ed a quello della depurazione, in una zona che già ora mostra gravi carenze di acqua. Le grosse concentrazioni in quota creano sempre gravi problematiche ambientali e Tremalzo non sarà da meno. La creazione di questo nuovo paese satellite, così strutturato, non porterà molto probabilmente alla valle quei vantaggi economici che molti si aspettano, in quanto Tremalzo graviterà sempre più sull'area bresciana invece che su quella ledrense e trentina. Ciò premesso, lo scrivente consigliere provinciale interroga il Presidente della Provincia per sapere: 1. se ritenga regolare e autorizzabile ai sensi delle leggi provinciali l’operazione di alienazione a favore di privati di aree gravate da uso civico secolare, nelle modalità e nei tempi adottati dal Comune di Tiarno di Sopra e per realizzare investimenti immobiliari privati; 2. se i livelli edificatori previsti dalla variante al PRG di Tiarno di Sopra nei dintorni delle Malghe Tremalzo e Bezzecca siano compatibili con il PUP e con l’esistenza di un SIC, area protetta di valore internazionale; 3. se lo sviluppo turistico di Tremalzo, così come proposto nel piano autorizzato dalla variante al PRG di Tiarno di Sopra, rispetti gli Atti d’indirizzo del turismo trentino e gli obiettivi fissati per la revisione del Piano urbanistico provinciale; 4. se non sia opportuno, in assenza di un piano di gestione del SIC Tremalzo e Tombea – piano previsto dalle direttive europee – rinviare ogni decisione circa l’edificazione a Tremalzo di nuovi immobili; 5. se non ritenga doveroso sottoporre ad una nuova procedura di VIA le opere previste nel “progetto Leali” trattandosi di progetto nuovo e diverso rispetto al precedente “progetto Irvat” (li chiamiamo così solo per semplicità di linguaggio), considerato che siamo all’interno di un SIC; 6. se non teme che il carico antropico derivante dai nuovi investimenti previsti possa pregiudicare la qualità ambientale e paesaggistica e la quantità e qualità delle risorse idriche disponibili; 7. se l’edificazione a Tremalzo di nuovi immobili ad uso turistico non sia contraria agli obiettivi dichiarati nel disegno di legge n. 125, che impone un “cambio di rotta” nella politica turistica ed urbanistica della Provincia di Trento mettendo finalmente un freno alle speculazioni immobiliari a fini turistici; 8. se non tema l’avvio di una spirale edificatoria e speculativa in un’area ad alto valore paesaggistico ed ambientale vocata per un turismo di tipo sostenibile. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda
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