Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 20 luglio 2007 Nei mesi scorsi la società agricola Le Grave di Cadine ha avviato ed in parte già completato lavori di bonifica agraria che hanno sensibilmente modificato gli aspetti ambientali e paesaggistici dei territori adiacenti il sobborgo di Trento, nell'area digradante verso la conca di Terlago, sostituendo alla vegetazione spontanea ed al bosco ceduo i più redditizi vigneti. Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di rilevanti fenomeni carsici, nelle quali la presenza di acque superficiali è molto limitata ed è in ogni caso riconducibile a complessi sistemi ipogei collegati con la limitrofa valle dell'Adige. Della bonifica agraria si sono occupati per vari motivi pure l'autorità giudiziaria nonché, in numerosi interventi, le associazioni locali, in particolare La Regola di Cadine, anche perchè la bonifica stessa è stata in parte realizzata con materiale di risulta di importanti opere infrastrutturali ed urbanistiche. Recentemente il naturalista Cavagna, che da molti anni si occupa degli stagni di Vela, un sito di interesse comunitario, ha avanzato l'ipotesi, non ancora verificata, che la bonifica abbia impermeabilizzato il terreno compromettendo il naturale afflusso d'acqua agli stagni. Come in altri casi recenti riguardanti il territorio trentino - vedi pendici del monte Stivo dove un pregiato castagneto che non utilizzava acqua da sorgenti o falde è stato sostituito dal "solito" vigneto necessitante invece di abbondanti risorse idriche o, nel caso degli impianti di innevamento artificiale della Paganella, con l'autorizzato prelievo dal lago di Molveno dopo che erano già stati ampliati gli impianti sciistici - anche in questo caso sembra che nella fase autorizzativa del progetto non sia stato tenuto in debito conto il fatto che un vigneto moderno necessita di determinate quantità di acqua ad uso irriguo. Ciò è chiaramente dimostrato dal fatto che, ad opere in gran parte ultimate, la società Le Grave ha sottoposto alla Provincia - Servizio di utilizzazione delle acque pubbliche - una domanda di concessione per l'utilizzo di acqua sotterranea, mediante la realizzazione di un pozzo per il prelievo quotidiano (dal primo giugno al 30 settembre) di 4,5 litri al secondo. Non si tratta certamente di una grande derivazione, ma ciò che rileva in questo caso è appunto il fatto che i buoi seguano il carro.... Inoltre, che il territorio in questione sia particolarmente delicato sotto gli aspetti idrici. Il pozzo dovrebbe infatti avere una profondità non superiore ai 60 metri. Almeno oggi, in futuro, ad opera realizzata, non si sa se basterà o se si dovrà andare più in basso. Ma se togliamo ai 491,5 metri slm della quota esterna del pozzo i 60 metri di profondità dello stesso, ci posizioniamo poco sopra i 430 metri slm, cioè solo 10-12 metri più in alto della quota di superficie dal Lago di Terlago. E' evidente che, stando le segnalate problematicità dell'area, spingersi a prelevare acqua ancora più a fondo rischierebbe di drenare acqua proprio al lago di Terlago, ma non è da escludere che la presenza e l'attivazione del pozzo possano comunque pregiudicare l'alimentazione del lago e/o di altre sorgenti, sia sul versante di Terlago, sia su quello di Trento. Ciò premesso si interroga il presidente della Provincia per sapere 1. come mai gli uffici provinciali non hanno rilevato che la domanda di concessione dell'acqua ad uso irriguo è stata presentata dopo e non prima della realizzazione della bonifica agraria, quando era chiaro che un moderno impianto viticolo necessita di rilevanti risorse idriche; 2. se si può escludere con certezza, per l'oggi e per il domani, che l'entrata in funzione di un pozzo per il prelievo di acque ad uso irriguo nel punto individuato dalla società Le Grave di Cadine possa pregiudicare l'alimentazione del Lago di Terlago e/o di sorgenti o depositi idrici ipogei presenti sui diversi versanti idrografici interessati. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda |
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