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Trento, 10 settembre 2009
PESTICIDI E INQUINAMENTO IN VAL DI NON
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Val di Non: quanto è vero che “una mela al giorno toglie il medico di torno”? L’aria dei centri abitati è inquinata dai fitofarmaci, lo conferma una indagine sul campo del Comitato per il diritto alla salute della val di Non.

Con precedente interrogazione del 24 luglio 2009 avevo sollevato l’annosa questione della tutela dei centri abitati dall’inquinamento da fitofarmaci dovuto, in particolare alla vicinanza eccessiva delle coltivazioni intensiva di piante da frutto ai centri abitati e alla modalità di diffusione dei fitofarmaci, per lo più utilizzando atomizzatori.

L’allarme per il problema è piuttosto elevato, soprattutto in val di Non, dove l’agricoltura intensiva è fortemente sviluppata.

Ora sono stati diffusi i risultati di una indagine svolta dal Comitato per il diritto alla salute in Val di Non, dati che non solo confermano i dubbi e le perplessità già sollevate, ma aggravano con riscontri certi quanto già era formulato in chiave dubitativa anche per non sollevare allarmismi non suffragati da riscontri oggettivo.

Da una indagine effettuata da tecnici specializzati per conto del succitato comitato, che ha riguardato campioni prelevati in una decina di siti, da Spormaggiore a Smarano, passando per il capoluogo Cles, emerge che nei pressi di abitazioni è stata rilevata la presenza dei seguenti principi attivi: clorpirifos etile, penconazolo, miclobutanil, difenoconazolo, ciprodinil, 2 phenilfenolo, metossifenozide, lufenuron, bupirimate, alfa-endosulfan, diclofuanide, iprodione, 2-4 ddt. SI tratta di principi attivi con riconosciuta pericolosità per il sistema nervoso centrale, per la pelle, per gli occhi, per il fegato, per il sistema endocrino, per il sistema riproduttivo e per il sistema respiratorio; di alcuni è certa la cancerogenicità, altri, come il 2-4 DDT e l’endosulfan (alfa e beta) messi al bando in Europa o sospesi nell’impiego da parte del Ministero della salute. Evidentemente, per questi ultimi prodotti, qualcuno sta illegalmente smaltendo fondi di magazzino o, forse, sta ricorrendo illegalmente a “mercati paralleli” per rifornirsi di prodotti che a rigore non dovrebbero essere più in commercio.

Il quadro che emerge dall’indagine, commissionata e pagata da privati cittadini che per anni hanno inutilmente sollecitato l’Amministrazione pubblica a svolgere accertamenti più rigorosi (e se possibile tranquillizzanti), è altamente allarmante perché vi è la prova dell’impiego di prodotti non consentiti (ed esclusi dai protocolli). E’ evidente che l’impiego di sostanze vietate, non solo avrà ripercussioni negative certe sulla popolazione con l’accumulo progressivo nell’organismo, ma potrebbe avere conseguenze assai gravi in casi di intossicazione acuta, perché potrebbero mancare alle strutture sanitarie informazioni essenziali per intervenire tempestivamente.

Tutto ciò premesso,

si interroga il presidente della Giunta provinciale per sapere:

1. Se sia al corrente dei dati  emersi dall’indagine commissionata dal Comitato per il Diritto alla salute in Val di Non, parzialmente diffusi anche dalla stampa locale, dai quali emerge un quadro assai allarmante per la salute pubblica dei cittadini della val di Non esposti a livelli allarmanti di sostanze tossiche impiegate in agricoltura, sia per le modalità di diffusione dei trattamenti fitosanitari, sia per l’eccessiva vicinanza ai centri abitati delle colture intensive di mele;

2. Se intenda rendere pubblici eventuali dati in possesso delle strutture provinciali riferiti al livelli di inquinamento dell’aria da fitofarmaci nei centri abitati della Val di Non;

3. Se intende confrontarsi con il suddetto Comitato al fine di concordare tempestive azioni di tutela e salvaguardia della salute pubblica.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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