Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 23 agosto 2011 Dal 5 all’11 settembre 2011 Trento sarà “capitale del clima” ed ospiterà un grande evento di valenza internazionale – “Climatica…mente 2011” – dedicato ai cambiamenti climatici ed al loro impatto sulle attività umane e sulla natura. Si tratta di uno degli effetti della legge provinciale n. 5/2010 “Il Trentino per la protezione del clima”, che pone il Trentino all’avanguardia a livello mondiale. Ma mentre la nostra provincia si pone in prima fila per studiare e divulgare gli effetti dei cambiamenti climatici e mentre in Trentino si fanno sentire anche in questi giorni temperature africane anziché alpine, Trento sta per perdere una delle stazioni meteorologiche più importanti d’Europa, quella alle Laste. Stando alle fonti di stampa, infatti, l’Amministrazione comunale di Trento sarebbe orientata ad inserire anche l’immobile che ospita l’Osservatorio meteorologico delle Laste fra quelli che saranno messi all’asta per recuperare un po’ di denaro per far fronte agli impegni di bilancio. Dalla vendita dell’immobile il Comune si prefigge di ricavare 330 mila euro. Premesso che probabilmente il solo sedime edificabile vale molto di più, è evidente che la vendita comporterebbe lo smantellamento dell’Osservatorio ed il suo trasferimento in altra sede, con un danno enorme in termini culturali e di conoscenze scientifiche, poiché la serie storica dei dati di Trento non può proseguire in un luogo diverso! La recente manovra economica varata dal Governo, con ulteriori ed aggiuntivi tagli ai bilanci degli enti locali, aggrava certamente la situazione di molti comuni, fra i quali quello di Trento; tuttavia è evidente che se ogni Ente agisce valutando esclusivamente il proprio interesse immediato di fare cassa, si corre il rischio che in realtà le operazioni di vendita del patrimonio pubblico non portino alcun reale beneficio per la finanza locale. Nel caso dell’Osservatorio meteorologico, ad esempio, mentre da un lato il Comune di Trento si prefigge di incassare 330 mila euro (bisognerà poi vedere concretamente se questo avverrà), è evidente che la Provincia ne dovrà spenderà parecchi (e questo invece è certo), per ricollocare la stazione altrove, posto che sarebbe inimmaginabile che il patrimonio di dati ed il suo valore storico-scientifico derivante da quasi due secoli di attività venga definitivamente liquidato. Di questa vicenda mi sono già occupato con un’interrogazione del febbraio 2009, interrogazione alla quale la Giunta provinciale ha risposto in modo interlocutorio, facendo riferimento a trattative in corso con il Comune di Trento per valutare e trovare una soluzione al problema sollevato. Un anno dopo, nel febbraio 2010, il Consiglio provinciale, nell’ambito della discussione del disegno di legge n. 59 – poi legge n. 5/2010 - concernente “Il Trentino per la protezione del clima” impegnava fra l’altro la Giunta provinciale, con un proprio ordine del giorno (n. 124), “ad avviare un confronto con il Comune di Trento per l'acquisizione dell'immobile sede della storica stazione meteo di Trento-Laste, prevedendone un utilizzo a fini culturali e divulgativi oltreché scientifici, in collaborazione con tutti i soggetti interessati;”. Nell’ordine del giorno veniva citata l’importanza di questo Osservatorio e l’opportunità di farne un luogo di eccellenza per la conoscenza dei cambiamenti climatici – probabilmente il tema più importante dei prossimi decenni - e degli strumenti di osservazione e di previsione meteo. Una possibile palestra anche per giovani appassionati di un tema di crescente interesse. Vale la pena di ricordare che l’ordine del giorno n. 124, nell’indicare l’opportunità dell’acquisto dell’immobile da parte della Provincia, teneva evidentemente conto del parere del Dirigente generale del Dipartimento Protezione civile e tutela del territorio della Provincia, espresso in una nota al Comune di Trento dell’agosto 2008, secondo il quale non solo l’Osservatorio rivestiva – e riveste tuttora – un “notevole interesse storico e culturale, oltreché scientifico, soprattutto grazie alle serie ultrasecolari di dati che presso lo stesso sono stati minuziosamente raccolti ed elaborati sin dal 1816”, e grazie ai quali “la stazione di Trento Laste riveste un ruolo di assoluta eccellenza sia a livello nazionale che internazionale”, ma era “essenziale garantire la permanenza dell’Osservatorio e delle funzioni ad esso associate” nell’immobile delle Laste. “Un patrimonio che abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni e che dobbiamo poter consegnare a quelle future”, scriveva il dirigente provinciale con condivisibile ed apprezzabile sensibilità, manifestando la disponibilità “ad intervenire direttamente previa acquisizione, a titolo non oneroso, della proprietà immobiliare, nell’ottica, già condivisa preliminarmente con il Museo storico e con quello di Scienze naturali, di valorizzarne la valenza anche in ambito didattico, educativo e culturale, mettendo a disposizione di tutta la comunità trentina questo prezioso tassello della nostra storia”. L’osservatorio di Trento Laste si trova infatti all’interno di uno stabile del Comune di Trento ed è finalizzato alla raccolta di dati e di osservazioni meteorologiche iniziate nel lontano ‘800. Fino al 1914 le osservazioni erano condotte dall’Ufficio Idrografico Centrale dell’Imperial Regio (I.R.U.I.). A Trento l’osservatorio era collocato presso l’I.R. Ginnasio in lingua tedesca, di Via S. Maria Maddalena (vicino a Port’Aquila). Già a partire dal 1920, le osservazioni effettuate dal Convento di San Bernardino dei frati francescani per conto del Regio Osservatorio, venivano trasmesse tramite telegramma quotidianamente allo stesso. Durante la I guerra mondiale sul territorio trentino ci sono stati grossi problemi per acquisire i dati e molti osservatori sono stati distrutti ed i dati raccolti persi. Nel 1932 l’osservatorio è stato spostato alle Laste, nell’attuale stabile costruito dall’origine per tale scopo, sul passo carraio che in passato consentiva l’accesso al Convento dei Carmelitani sulla collina delle Laste. La collocazione sulla collina, che domina sulla valle dell’Adige, consente di disporre di una posizione privilegiata, al fine di eseguire le previste rilevazioni dello stato del cielo. Inoltre è possibile rilevare in modo corretto anche gli altri parametri meteorologici, in particolare il vento, non essendoci nel circondario ostacoli che possano inficiarne la misura, come richiesto dalle normative dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Il 10 novembre 1932, il Consiglio Direttivo della Società Meteorologica Italiana ha iscritto tra i membri effettivi della Società “l’Osservatorio Meteorologico dell’Ufficio Idrografico di Alle Laste Cognola (Trento)”. Tra gli osservatori meteorologici che hanno prestato servizio nelle varie sedi vi sono il Prof. Don Lunelli (presso l’attuale Liceo Prati), il Sig. Giuseppe Garbari, il Sig. Alois Petner (insegnante presso il Ginnasio Vescovile). Dal 1945 le osservazioni sono state svolte a lungo grazie alla passione e dedizione della famiglia Zanella, prima ad opera della Sig.ra Maria Boschetti e poi (dal 1951) del marito Sig. Guido Zanella, i quali hanno registrato giornalmente i dati rilevati dagli strumenti manuali e meccanici, curando la manutenzione e la sostituzione periodica dei diagrammi. In anni di lavoro ha raccolto centinaia di fotografie che documentano gli eventi atmosferici più significativi e le varie tipologie di nubi, creando un suo personale atlante delle nubi, un catalogo illustrato nel quale sono riprodotte le principali varietà degli ammassi o dei singoli individui nuvolosi, uno dei mezzi indispensabili per eseguire l'osservazione delle nubi ed identificarne le numerose varietà. La strumentazione installata è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento. Con l’evoluzione della tecnologia, si è passati nel corso degli anni, dalle osservazioni esclusivamente manuali, con annotazione dei dati su appositi registri, a quelle meccaniche, dove il dato veniva registrato in continuo su un supporto cartaceo, sotto forma di grafico. Infine si è arrivati agli attuali Data Logger che registrano i dati rilevati dai sensori automatici in formato digitale e li trasmettono via radio, GSM, GPRS alla centrale di acquisizione per la successiva validazione ed archiviazione degli stessi nelle banche dati. Presso l’Osservatorio di Trento Laste convivono ad oggi tutte queste tecnologie, in una simbiosi tra antico e moderno, che ha come fine comune lo studio dei fenomeni fisici responsabili del tempo atmosferico e del clima. La riqualificazione dell’Osservatorio di Trento Laste può partire solo dalla consapevolezza della sua straordinaria importanza e valenza sia di carattere scientifico che storico e culturale, descritte in una relazione degli Uffici provinciali: La valenza scientifica La disponibilità di una lunga serie di dati, sin dal 1862, conferisce all’Osservatorio una valenza straordinaria dal punto di vista climatico in quanto consente di valutare l’andamento secolare dei parametrici a valenza climatica, in particolare temperatura e precipitazione. E’ così possibile monitorare la presenza di eventuali trend e in particolare l’aumento delle temperature che conferma anche per il Trentino la tendenza del riscaldamento in atto a livello planetario degli ultimi decenni. La valenza storico-culturale La strumentazione in dotazione all’Osservatorio si compone di pezzi antichi, spesso unici conservati in ottimo stato, che sono affiancati o sono stati sostituiti recentemente da strumentazione più moderna e in grado di raccogliere i dati in maniera automatica e non più meccanica. La strumentazione più antica può senza dubbio costituire un interessante sezione museale. La struttura si potrebbe prestare inoltre per attività di tipo didattico e formativo rivolte in particolare alle scuole sulle tematiche legate alla meteorologia, alla climatologia e ai cambiamenti climatici. L’epilogo probabile – almeno per quanto si può dedurre dalla dettagliata informativa pubblicata dalla stampa – preoccupa ovviamente chi ha a cuore il futuro dell’Osservatorio e, soprattutto, non desidera che venga smantellato, tanto più che la riallocazione delle funzioni in esso contenute comporterebbe certamente costi maggiori per le tasche dei cittadini rispetto al denaro che il Comune di Trento né ricaverà dalla vendita all’asta. Tutto ciò tenuto anche conto che la prospettata soluzione nell’ambito dell’erigendo Museo della scienza appare ancora di là da venire ed in ogni caso potrà valere solo per una minima parte delle funzioni svolte in modo unitario dall’attuale struttura. Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere: 1. se non ritenga doveroso intervenire tempestivamente nei confronti dell’Amministrazione comunale di Trento, come indicato anche nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale, affinché l’edificio ospitante l’Osservatorio alle Laste di Trento (con le relative pertinenze) sia acquisito al patrimonio immobiliare della Provincia autonoma di Trento, vista la straordinaria importanza culturale; 2. se ritenga congruo – anche alla luce di valutazioni che nel frattempo gli Uffici provinciali avranno fatto – il valore di 330 mila euro a base d’asta ipotizzato dal Comune di Trento per l’immobile che ospita l’Osservatorio meteorologico; 3. come intenda garantire la continuità dell’attività di monitoraggio, studio e ricerca condotta attraverso l’Osservatorio delle Laste nel caso di cessione a terzi da parte del Comune e come intenda eventualmente riorganizzare le funzioni in esso svolte quando sarà operativo il nuovo Museo della scienza. Cons. Roberto Bombarda
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