Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 17 marzo 2008 La comunità di Nave San Rocco attende da alcuni anni la realizzazione di una nuova scuola materna. Si tratta di un’opera necessaria ed urgente ed all’apparenza non vi sono contrari alla sua realizzazione. La minoranza consiliare, pur condividendo le ragioni dell’opera, ha sollevato alcune richieste assolutamente legittime e di buon senso, che necessitano di risposte in grado di tranquillizzare i cittadini ed in modo particolare i genitori dei futuri ospiti della scuola materna. Lungo il lato ovest dell'area sulla quale sorgerà l'edificio, ad appena 15 metri di distanza dalle pareti dell’opera progettata, corre infatti l'elettrodotto di servizio delle ferrovie, da 132 Kvolt (“La sorgente elettromagnetica oggetto di indagine – scrive l'APPA nella sua relazione del gennaio 2005 - è costituita dalla elettrodotto AT denominato “Dispari -Trento-Salorno” con tensione nominale di esercizio di 132 kv facente parte della rete elettrica della società Ferrovie dello Stato s.p.a.. La linea elettrica è composta da una terna semplice di cavi aerei a corda nuda amarrati per mezzo di catene isolatori in vetro e ancorati su sostegni di metallo del tipo a traliccio”). Come riportato anche dalla stampa locale, per i consiglieri di minoranza il grado di pericolosità dell'inquinamento elettromagnetico è tutto da verificare mentre per la maggioranza, che a suo tempo incaricò un tecnico che eseguì una perizia di parte, non sono state rilevate situazioni particolari di rischio poiché, nelle zone più vicine alla linea ad alta tensione, si svolgeranno attività inferiori ad un periodo di quattro ore, tempo calcolato per escludere qualsiasi tipo di conseguenza negativa sulle persone. La minoranza, per rendere tutti tranquilli e risolvere qualsiasi dubbio, aveva proposto lo spostamento dell'edificio verso il cimitero, sul fronte orientale, allontanandolo così in maniera adeguata dall'elettrodotto. Ha comunque chiesto al Comune precise risposte su quattro punti: l'orario di massima intensità del trasporto di corrente sull'elettrodotto; l'utilizzo costante o parziale della linea elettrica; nel caso di un utilizzo parziale, gli orari e le modalità di impiego; un parere più dettagliato rispetto quello inserito nella relazione di bilancio di due anni fa. «Prima di spendere 2 milioni 650 mila euro per la nuova scuola materna – ha dichiarato il capogruppo di minoranza - riteniamo necessarie queste quattro risposte: non vorremmo che una somma così consistente di denaro pubblico venisse spesa per poi scoprire che il fabbricato è soggetto al rischio di inquinamento elettromagnetico». Ovviamente la Provincia di Trento è direttamente interessata all’opera, sia perché ne finanzia la costruzione, sia perché l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente si è occupata del caso. Nella sua comunicazione al Comune di data 24 gennaio 2005, il dirigente dell’APPA scrive infatti che “si può ragionevolmente affermare che negli edifici realizzati ad una distanza non inferiore ai 15 metri dall’asse dell’elettrodotto si rispettino i limiti in ogni condizione di esercizio della linea”. Peraltro nella stessa comunicazione è scritto che “non avendo a disposizione i dati di corrente utilizzati al momento delle misure, non è possibile effettuare una stima dei valori di induzione magnetica generati nel corso dell’utilizzo della linea al massimo carico”. Nella relazione redatta dall'APPA il 20 gennaio 2005 – i rilievi si sono svolti infatti il 18 gennaio 2005, nell'arco di meno di un'ora a cavallo del mezzogiorno – si afferma che: “Si rileva infine che, data la particolare metodologia di misura che ha previsto un rilievo di valori istantanei e mancando dei dati di carico di corrente passante della linea al momento delle misurazioni, la stima dei livelli medi e massimi giornalieri può essere calcolata solo attraverso un monitoraggio del campo magnetico esteso nel tempo”. Istintivamente, e senza alcuna volontà polemica, viene da chiedersi come mai il “monitoraggio del campo magnetico esteso nel tempo” non sia più stato fatto successivamente, visto che sono passati più di tre anni... Il rispetto della distanza di 15 metri tra ogni parte dell’edificio e i cavi più esterni l’elettrodotto dovrebbe pertanto evitare ogni problema, come conferma pure il parere favorevole del Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo del 3 novembre 2006, dove è scritto che l’elettrodotto “non costituisce fonte di pericolo”. Giova a questo punto ricordare che il comma 1 quater dell'art. 16 del D.P.G.P. 29 giugno 2000, n. 13-31/Leg. (Disposizioni regolamentari concernente la protezione dall'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, ai sensi dell'art. 61 della legge provinciale 11 settembre 1998, n. 10) prevede che “In prossimità degli elettrodotti esistenti, la realizzazione di scuole, di asili nido, di parchi gioco, di altri spazi destinati all'infanzia è consentita solo qualora siano osservate le distanze di rispetto di cui all'allegato C”. L'Allegato C prevede una distanza di rispetto per una “terna singola” a 132 Kv di metri 50. La normativa nazionale (abrogata nel 2003) prevedeva per queste linee una fascia di rispetto non inferiore a 10 metri. Dunque la costruzione di una nuova struttura scolastica non dovrebbe essere consentita, se non a distanza pari o superiore a 50 metri. Non ha importanza distinguere fra edificio ed aree circostanti che, in ogni caso, sarebbero assimilabili a “parco gioco”, anch'esso vietato a meno di 50 metri. Occorre infine osservare che la prescrizione si configura come norma di tipo urbanistico (competenza primaria). Pertanto, ad avviso dello scrivente, dovrebbe essere non rilevante che l'APPA a distanza inferiore ai 50 metri abbia rilevato un campo elettrico e magnetico inferiore ai valori di qualità. Peraltro la stessa norma afferma un obiettivo del raggiungimento tendenziale di valori prossimi a 0,2 micro Tesla nella identificazione delle distanze tra gli elettrodotti e le aree destinate a nuove costruzioni residenziali, scolastiche e sanitarie (un valore alcune volte superato nei rilievi del 18 gennaio 2005). Ed in ogni caso la legge dichiara “particolare riferimento alla tutela della popolazione infantile”. In questo caso si dovrebbe trattare di applicare semplicemente una norma di “fascia di rispetto” da una infrastruttura esistente (come può essere quella da una strada, da una ferrovia, da un fiume, da un cimitero, ecc.), a prescindere dalla specifica esistenza o meno di un inquinamento elettromagnetico. Peraltro il comma 1 sexies del medesimo art. 16 prevede che il comma 1 quater (quello che stabilisce la fascia di rispetto di 50 metri) possa essere derogato sulla base di un parere di qualità dell'APPA che attesti il rispetto degli obiettivi di qualità previsti dal decreto statale del 2003. In questo caso sembrerebbe di trovarsi di fronte ad una norma assolutamente contraddittoria, formulata per avere le mani libere e poter decidere “caso per caso”. Infatti nessuno è in grado di stabilire se quella linea rimarrà in eterno a 132 KV e con le attuali caratteristiche di esercizio! (anche perché l'elettrodotto non è di proprietà della Provincia, bensì di un'azienda privata). Sempre dalla relazione dell'APPA si evince pure che: “L’impiego prevedibile è quello di trasporto dell’energia elettrica a servizio e collegamento delle stazioni di trasformazione e conversione dislocate lungo la rete ferroviaria. Per quanto il regime di lavoro è ipotizzabile che vi sia una certa variabilità del carico passante sia nel corso della giornata che durante il periodo annuale dovuta alle richieste di energia dovute al passaggio dei convogli” (e, come si sa, il traffico ferroviario dovrebbe aumentare notevolmente nei prossimi anni). La relazione chiarisce dunque che le misure sono state eseguite non conoscendo la corrente circolante in quel momento nella linea. A mio avviso si tratterebbe allora di un parere utile, ma non utilizzabile nel caso in oggetto, perché non tenendo conto delle condizioni di esercizio della linea non è in grado di stabilire se sono rispettati gli obiettivi di qualità. In conclusione, in presenza di un parere redatto senza conoscere le condizioni di esercizio della linea, il comma 1 sexies (possibilità di derogare, a certe condizioni, ai limiti della fascia di rispetto) non sarebbe applicabile al caso di specie e dovrebbe invece applicarsi il comma 1 quater e quindi la scuola non dovrebbe essere autorizzata nelle attuali condizioni (15 metri di distanza dall'elettrodotto) perché invaderebbe la fascia di rispetto dell'elettrodotto, inedificabile ai fini di una struttura scolastica. Questa almeno è la mia interpretazione, alla luce delle norme vigenti e dei rilievi effettuati. Ovviamente sarò ben lieto di riconoscere la validità di interpretazioni di senso contrario, quando mi saranno state dettagliatamente esposte. Poiché gli ospiti del nuovo edificio saranno in prevalenza bimbi in giovane età, in fase evolutiva e sui quali gli effetti di un potenziale campo elettromagnetico generato dall’elettrodotto in teoria potrebbero essere superiori a quelli subiti da persone adulte, si ritiene opportuno raccogliere quanto prima una serie di informazioni che possano garantire una volta per tutte il Comune e la popolazione locale sull’assenza di pericoli, attuali e futuri. Infine, si ritiene che un ulteriore approfondimento tecnico possa in ogni caso essere effettuato in tempi rapidi, senza prolungare a questo punto di molto l'iter realizzativo di un'opera tanto attesa. Ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere 1. in quale modo, in quali tempi e con quali valori massimi venga utilizzato l’elettrodotto in questione ed in particolare quali sono i valori di induzione magnetica generati dall’elettrodotto nel corso dell’utilizzo della linea al massimo carico; 2. se si può escludere con assoluta sicurezza che l’elettrodotto presso cui si intende costruire l’edificio della nuova scuola materna di Nave San Rocco non avrà alcun effetto sulla salute delle persone che vi saranno ospitate, in qualunque condizioni di utilizzo dell’elettrodotto medesimo; 3. se non ritenga opportuno chiedere all'APPA una nuova campagna di rilievi più estesi nel tempo e, in accordo con le Ferrovie dello Stato, misurati avendo completa conoscenza del carico trasportato dall'elettrodotto in ogni istante; 4. se non ritenga ragionevole, anche al fine di rassicurare gli abitanti locali e prima che sia posta in modo irreversibile la “prima pietra” del nuovo edificio, suggerire comunque di realizzare la nuova scuola materna a maggiore distanza rispetto ai 15 metri indicati negli atti autorizzativi; 5. quali accorgimenti tecnici sia possibile adottare, in linea generale e per il caso specifico, per tutelare la salute delle persone ospitate in un edificio dall’inquinamento elettromagnetico generato da un elettrodotto localizzato a soli 15 metri di distanza. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda
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