Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 22 dicembre 2010 Negli ultimi anni sono emersi diversi progetti, sia per iniziativa privata che pubblica, che hanno come destinatario il Lago di Garda ed il territorio circostante. Una azienda elettrica vorrebbe realizzare dentro il Monte Altissimo una enorme galleria-serbatoio da sfruttare a scopo idroelettrico (di notte la si riempie di acqua pompata direttamente dal Lago di Garda, acqua che di giorno viene riversata nel lago producendo energia elettrica). La Provincia, impegnata nella progettazione/realizzazione della galleria di collegamento fra Mori-Loppio e la Busa, intenderebbe invece riprofilare (se i comuni di Arco e Nago-Torbole sono d’accordo) il lungo lago, creando spiagge e porto mediante il versamento nel lago di oltre un milione di metri cubi di materiale ricavato dallo scavo della suddetta galleria. Si tratta, beninteso, di una delle proposte per il collocamento del materiale, ma è evidente che se viene prospettata, almeno nella testa del proponente, ha un qualche fondamento. Il progetto lascia sgomenti per l’evidente impatto negativo sul Lago, la cui sponda nord ricompresa nel territorio del comuni di Nago-Torbole ed Arco – il tratto forse meno trasformato da interventi umani e che mantiene quindi le caratteristiche naturali, così come si sono evolute nel corso dei millenni, – verrebbe completamente trasformata artificialmente. E quello che il fiume Sarca potrebbe compiere in qualche millennio verrebbe realizzato in pochi mesi, in modo artificiale. Ma non vi sono solo obiezioni di natura estetico-ambientale-naturalistico. La tutela di tutti i laghi alpini e perfino degli stessi invasi artificiali, oltre che per gli aspetti ambientali-paesaggistici, assume sempre più una importanza strategica come riserva idrica. Se si considera che il tempo di ritenzione lacustre è di poco superiore ai 26 anni, è evidente che gettare nel lago materiale da escavazione di galleria può rappresentare una fonte di inquinamento delle acque con conseguenze inevitabili sulla qualità delle acque, sulla ittiofauna, ecc. Insomma basterebbe il buon senso per far capire che la proposta di utilizzare il Lago di Garda come discarica di inerti non può essere avallata a cuor leggero. Gli inerti prodotti dagli scavi possono trovare altre collocazioni (ed in taluni casi possono essere riciclati nel settore edile, come confermano altri casi analoghi). Tanto premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere: 1. se sia al corrente della proposta di utilizzare il Lago di Garda come discarica per il materiale di risulta dallo scavo della galleria (sia pure acquisito il parere favorevoli dei due comuni rivieraschi); 2. come valuti la proposta e se non condivida il parere unanime delle associazioni ambientaliste (di cui fanno parte persone qualificate non solo per il proprio impegno a tutela dell’ambiente, ma anche per riconosciute competenze tecnico-scientifiche) che, su questo progetto, hanno sollevato un coro di proteste, non appena ne sono state informate. Cons. Roberto Bombarda |
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