Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 26 aprile 2010 Il 5 giugno 2009 interrogavo ( interrogazione n. 460/XIV ) la Giunta provinciale per sapere “1. se condivida l’opportunità di collegare Molveno ed Andalo, anziché tramite un efficiente e leggero sistema di trasporti, con la realizzazione di un nuovo sistema di piste ed impianti, in luoghi di grande pregio ambientale e forestale e di complessità idrogeologica; Il 13 novembre 2009, oltre 6 mesi dopo, abbondantemente oltre ogni giustificabile ed accettabile ritardo, la giunta affrontava nella risposta prevalentemente questioni di ordine tecnico-urbanistico senza entrare nel merito dei quesiti, peraltro piuttosto chiari e puntuali nella loro formulazione, rispondendo che “l’elemento da approfondire con particolare attenzione è rappresentato dalla sostenibilità economica degli investimenti ipotizzati”. A quasi un anno di distanza, da fonti di stampa del 18 aprile 2010 si apprende che giovedì 15 aprile l’assessore Mellarini avrebbe espresso “ampia condivisione” al progetto di collegamento tra le due località turistiche presentato dalla società Funivie Molveno spa. Società in salute, si apprende sempre dalle cronache giornalistiche, tanto che a fronte di ricavi pari a 593.392 euro del bilancio 2009 vi sarebbe stato un utile d’esercizio pari a 77.825 euro. Già un anno fa, rallegrandomi per il positivo risultato, ponevo a tutti i possibili interlocutori una domandina da “signor Rossi”: come si può immaginare che una società che fa girare più o meno un miliardo del vecchio conio possa imbarcarsi tranquillamente – dati anche i tempi che non sono per nulla tranquilli dal punto di vista economico-finanziario – in un’operazione che il giornale quantifica in 39 milioni di euro, ovvero quasi 80 miliardi delle vecchie lire? Nessuno ha nulla da dire? Nessuno rileva qualcosa di strano? A nessuno appare un’operazione troppo grande per una società così piccola? Complimenti per il silenzio! Che tutto sia, per così dire, “tranquillo” lo certifica il cronista, che scrive di “strada che appare tutta in discesa…” Tanto che si può conservare il proseguo dell’articolo nelle accademie di comunicazione economica in quanto alla domanda “Ma i soldi, dove si troveranno?” ecco pronta la risposta del consulente economico della società proponente: “Nessun problema”. Infatti, “18,3 milioni di euro spettano di diritto sulla ex legge provinciale 35/88, 10 milioni con l’aumento del capitale sociale, i rimanenti 12 milioni con un mutuo di 15 anni al tasso del 5%”. Ora, che 18 milioni di euro possano “spettare di diritto”, sinceramente, è tutto da vedere! Che a Molveno sia facile trovare 10 milioni di euro con i quali finanziare un’attività che sarà sicuramente in perdita per i prossimi decenni è anche tutto da vedere. Infine, che di questi tempi le banche siano pronte a finanziare 12 milioni, senza garanzie certe e senza un piano industriale “a prova di bomba” è anche questo tutto da dimostrare. Ovviamente ci dovrà pensare in gran parte mamma-Provincia, attraverso la “magica” Trentino Sviluppo, la società-bancomat chiamata a soddisfare gli appetiti più forti. Siccome a pensar male si fa peccato ma a volte si indovina, vuoi vedere che la formula adottata tra Pinzolo e Campiglio, di vendere le opere come “mobilità alternativa” anche se mobilità alternativa non sono (a Campiglio ed a Pinzolo ormai l’hanno capito tutti, a Trento ci sono ancora persone che fanno finta di niente…) può favorire il massimo finanziamento pubblico? “Tanto”, si dice oggi a Molveno, come poco tempo fa a Pinzolo “paga la Provincia!” Come se la Provincia fosse un benefattore, lo zio d’America; invece i soldi pubblici sono di tutti i cittadini, sono “sacri” e servono anche per pagare ospedali, scuole, asili, per sostenere lavoratori ed imprese in difficoltà, eccetera. Ma no, paga la Provincia, e se i soldi non li utilizzano a Molveno, vanno da un’altra parte…. Ecco come si ragiona ormai in Trentino. Nessuno valuta più se un’opera è necessaria o prioritaria, se vi sono alternative, se il privato può mettere i soldi anziché obbligare il pubblico a coprire i buchi. L’occasione può essere utile per ricordare quali siano i presupposti necessari affinché un’opera possa essere definita di “mobilità alternativa”: 1. deve consentire agli utenti una effettiva possibilità di sostituzione al mezzo privato su gomma; 2. deve privilegiare i mezzi di trasporto meno inquinanti ed il minor costo a carico della collettività e dell’ambiente naturale; 3. deve poter essere utilizzabile per la gran parte dell’anno, non solo la stagione invernale e non solo in orari di apertura delle piste da sci, così che ne possano fruire anche lavoratori pendolari, studenti, turisti interessati allo shopping, alle escursioni, alle attività culturali eccetera; 4. deve consentire il pieno utilizzo e la mobilità a tutte le persone, di tutte le età, anche ai portatori di tutti i tipi di disabilità e pure alle persone accompagnate da animali da compagnia; 5. deve consentire anche a chi ha dei bagagli di poterla utilizzare per spostarsi da un parcheggio ad un hotel, o ad un appartamento. Che un collegamento Molveno-Pradel-Genzianella-Prati di Gaggia-Andalo possa rispondere a questo tipo di soluzione è evidentemente impossibile. Un collegamento di mobilità alternativa tra Molveno ed Andalo potrebbe essere quello tra la spiaggia di Molveno (o il centro paese), la località Genzianella, la stazione di partenza delle telecabina della società Valle Bianca per i Prati di Gaggia, il centro paese di Andalo (stazione di partenza dell’impianto per il Doss Pelà e la cima della Paganella) ed il centro sportivo. Morale: un collegamento efficiente tra Molveno ed Andalo sarebbe una gran bella cosa. Potrebbe servire ad entrambe le località, poiché le rispettive attività ed offerte si integrano quasi a perfezione. E sarebbe anche un elemento di crescita culturale e civile, oltreché economica, tra due realtà così vicine ma a volte distanti a causa del “campanile”. Un sistema di navette a basso impatto ambientale, un impianto a fune più o meno parallelo alla strada (come al passo del Tonale, versante lombardo), oppure un “trenino” del tipo di quello operativo ad Innsbruck o che sarà realizzato tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle (ipotesi qui indicate in via crescente di costi di realizzazione e gestione) sarebbero tra le soluzioni tecnicamente possibili e che, considerate nell’ambito della “mobilità alternativa” (in questo caso sì che lo sarebbe), potrebbero godere del massimo finanziamento provinciale ovvero della realizzazione diretta ad opera di “società di sistema”. Anche rifare l’impianto del Pradel con un impianto moderno ed efficiente è una cosa utile e necessaria. Ma pensare di collegare Molveno ad Andalo “via Pradel-Montanara-Genzianella-Prati di Gaggia” è un azzardo ed in ogni caso non è accettabile che la Provincia possa consideralo come progetto di “mobilità alternativa”; così come è arduo immaginare un impianto di arroccamento dalla Genzianella ai Prati di Gaggia, con le condizioni idrogeologiche della montagna sul versante di Andalo e con la pratica impossibilità di mantenere innevato fino a fine stagione il versante di Molveno, quando a due chilometri di distanza c’è il valido arroccamento della società Valle Bianca. Ciò premesso, confidando questa volta in una maggiore trasparenza da parte della Provincia ed in un maggior rispetto dell’attività del Consiglio provinciale anche per quanto riguarda i tempi ed i contenuti della risposta (per i quali faccio appello al Presidente del Consiglio), non avendo avuto un anno fa delle risposte precise e pertinenti rispetto alle 5 domande riportate in apertura, si interroga la Giunta provinciale per sapere: 1. se condivida l’opportunità di collegare Molveno ed Andalo, anziché tramite un efficiente e leggero sistema di trasporti, con la realizzazione di un nuovo sistema di piste ed impianti, in luoghi di grande pregio ambientale e forestale e di complessità idrogeologica; 2. se il collegamento Molveno-Andalo sia considerato dalla Provincia – e con quali argomentazioni giustificative – un investimento di “mobilità alternativa” o “complementare”; 3. come sia possibile autorizzare, a fronte dei chiarissimi allarmi ambientali sulle variazioni climatiche e sulle carenze idriche ormai noti in tutto il mondo, nuove piste e nuovi impianti a quote così basse; 4. quanto intenda investire la Provincia nel nuovo progetto, sommando i contributi alla società proponente sulle leggi di settore ed eventuali interventi a sostegno del Comune di Molveno sul Fondo per lo sviluppo e tramite la partecipazione di Trentino Sviluppo Spa, sia nella compagine azionaria delle società esercenti di Molveno ed Andalo, sia come investimento diretto; 5. con quali percentuali di contributo provinciale sarà realizzato il nuovo parcheggio da 500 posti auto in località Genzianella, ovvero se per la sua realizzazione la Provincia trasferirà i fondi al Comune di Molveno per la quasi totalità dell’importo, come in casi analoghi in altre località del Trentino. 6. si chiede inoltre di poter disporre, non appena sarà depositato in Provincia, del piano industriale del progetto di collegamento tra Molveno ed Andalo. Ovviamente si chiede copia del piano industriale anche nel caso venga depositato solo presso Trentino Sviluppo Spa, in quanto società di sistema controllata ed interamente finanziata dalla Provincia autonoma di Trento. Cons. Roberto Bombarda
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