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Trento, 13 febbraio 2012
Allevamento di animali
e rispetto delle norme

Interrogazione a risposta scritta presentata
da Roberto Bombarda
consigliere provinciale
dei Verdi e Democratici del Trentino

Ho ricevuto nei giorni scorsi l’allegata lettera di denuncia (inviata anche alle autorità locali, amministrative e di polizia) che nei prossimi giorni verrà inoltrata anche alla magistratura per quanto riguarda eventuali profili di responsabilità penale.

La denuncia si riferisce al trattamento di animali (bovini) in alcune stalle della val di Non e della val di Sole non proprio conformi alle disposizioni di legge.

A corredo sono allegate fotografie risalenti sia al passato (inverno scorso) sia al presente, che documenterebbero una certa prassi che nulla ha a che vedere con avverse ed imprevedibili condizioni atmosferiche, come quelle in atto in questo momento in centro e sud Italia, che hanno determinato la morte di numerosi animali schiacciati dal crollo di stalle o per la rigidità del clima o per l’impossibilità di alimentarli adeguatamente a causa dell’inaccessibilità dei luoghi di stabulazione a causa della neve caduta in abbondanza.

La cittadina che segnala la situazione allarmante di alcune stalle (non moltissime per fortuna) è persona nota per il suo impegno, da molti anni, nella tutela degli animali e certamente in grado di valutare la gravità della situazione segnalata.

L’Italia, fin dal 1985, con la legge 14 ottobre 1985, ha ratificato e dato esecuzione alle Convenzioni di Strasburgo sulla protezione degli animali negli allevamenti e sulla protezione degli animali da macello adottate rispettivamente il 10 marzo 1976 e il 10 maggio 1979. Tale legge impone obblighi di vigilanza e prevede sanzioni pecuniarie per chi maltratta gli animali. Altre norme approvate successivamente espongono chi maltratta gli animali anche a profili di responsabilità penale.

La cittadina esponente chiede solo che si ponga fine, con un intervento del servizio veterinario pubblico e di chi è preposto ai controlli, a questo stato di sofferenza per gli animali.

Oltre all’aspetto “sofferenza degli animali” – che rimane il più importante – sono rilevanti anche altre questioni. Anzitutto aspetti di natura etica e sociale. Molte persone, per sensibilità personale, per scelte etiche e comportamentali che le inducono perfino ad astenersi dal mangiare alimenti di origine animale, non tollerano di dover assistere al maltrattamento gratuito di animali, per l’incuria o la scarsa competenza professionale di chi li detiene. Ritengo che tali sensibilità abbiano diritto di essere tutelate in modo rigoroso.

La Provincia autonoma di Trento, negli anni, ha fatto consistenti investimenti – molti anche a fondo perduto – per migliorare la qualità della filiera della produzione alimentare derivante da animali (latticini, prodotti caseari, uova, carne, ecc.), dall’allevamento alla macellazione.  Molte risorse sono ancora investite per la promozione commerciale di questi prodotti ed è evidente che esempi di allevamenti come quelli descritti nell’esposto di cui trattasi, possono vanificare molti degli sforzi fatti, soprattutto se si tiene conto che le aree interessate all’allevamento sono anche le stesse visitate da molti turisti.

A prescindere dagli esiti di eventuali indagini che la magistratura vorrà eventualmente disporre a seguito dell’esposto della signora M.L.I.,

si interroga il Presidente della Provincia
per sapere se:

1)   non ritenga doveroso disporre affinché in modo tempestivo vengano effettuati dei controlli nelle stalle e negli allevamenti di bovini indicati nell’esposto in modo preciso e dettagliato;

2)   non intenda, in via straordinaria, intensificare i controlli nel settore anche in considerazione della situazione di maggiore stress e sofferenza per gli animali, determinata dall’attuale situazione di freddo intenso e persistente.

Cons. Roberto Bombarda



ALLEGATO:
LETTERA DI DENUNCIA

Coredo, 10 febbraio, 2012.

Al Sindaco di Smarano, piazza Lorenzo dal Ponte, 5
Al Sindaco di Romeno, piazza Giovanni Battista Lampi, 1
Al sindaco di Dimaro, piazza Serra Giovanni, 10 
Al Comando della Stazione Carabinieri di Taio, Via delle Albere, 56
Al Comanda della Stazione Carabinieri di Fondo, via 4 Novembre 24, Fax 0463831105
p.c.
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA (lettera raccomandata)
Via Pigarelli, 1 - 38100 TRENTO
Alla LAV, via Regina Margherita 177, 00198 Roma
Alla LAV sezione di Rovereto
All'ENPA, sezione di Rovereto
Al PAN-EPPAA Rovereto
All'attenzione del presidente, rag. Adriano Pellegrini

Oggetto: richiesta sopralluogo urgente.

Chiedo attenzione ad un problema che riguarda gli animali d'allevamento, purtroppo considerati solo animali da reddito e non esseri senzienti che hanno diritto al rispetto delle loro esigenze vitali.

La Valle di Non non fa eccezione e sono gravissime le condizioni degli animali tenuti dagli allevatori di questa valle tanto ricca di soldi quanto povera di valori.

Mucche sprofondate nella melma ed esposte ai rigori dell'inverno, come si vede nella stalla della famiglia Gamper di Romeno, sulle colline fra Sarnonico e Romeno, a duecento metri dalla villa di Licia Colò, come dimostrano le foto scattate lo scorso inverno che riproducono esattamente anche la situazione attuale: vitelli e manze, con le zampe sprofondate nella melma e il muso che cola muco, tossiscono e certamente alcune di loro moriranno per gli effetti del freddo, in condizioni climatiche (in questi giorni si raggiungono i 20 gradi sotto zero) inadatte alla sopravvivenza di animali costretti in spazi che impediscono il movimento. Qui il cane sta a guardia della stalla ad evitare l'avvicinarsi di estranei o a segnalarne la presenza. Vedere foto con scritto "stalla Gamper".

A Smarano, all'ingresso del paese, la stalla della famiglia Recla ha vitelli esposti ai rigori di un clima.

Qualche vitello morirà, ma, come per gli schiavi dei secoli scorsi poco importava se morivano, costava sempre meno rimpiazzarli che mantenerli correttamente, anche per i vitelli, se si ammalano si prova con gli antibiotici o, comunque, meno male perdere qualche vitello che mantenerli tutti in condizioni vivibili.

Sopra Smarano, verso i Sette Larici, in un'area boschiva a 1000 metri d'altitudine, mucche sprofondate con le zampe nella melma affrontano le notti a 20 gradi sotto zero. Allevamento della famiglia Schwarz Saverio di Smarano.

Mucche legate alla catena collo e coda, spazi umidi e bui, cani a guardia degli ingressi della stalla, legati ad un metro di catena, infelici, usati per tenere lontani gli intrusi; meglio che nessuno sappia e nessuno veda le condizioni degli animali d'allevamento. Questa volta le foto sono di una stalla nell'attigua Val di Sole (Foto con scritto "Stalla Dimaro"), testimonia le abitudini degli allevatori locali. Così anche le foto con scritto "Benedetti" sono della contigua Val di Sole: qui, nella tristemente famosa stalla di Cirillo Benedetti a Dimaro, si vedono cani legati ad un metro di catena; la presenza del cane in area di ingresso alla stalla è abituale allo scopo di impedire l'ingresso agli estranei: non si deve vedere, nè fotografare!

Purtroppo, le leggi a tutela degli animali d’allevamento sono tanto carenti da permettere all’allevatore tutto questo e una sofferenza senza fine soprattutto agli animali destinati alla macellazione (manze e vitelli).

Chiedo comunque che si intervenga urgentemente almeno nelle situazioni segnalate.

Purtroppo quello che noto è una connivenza fra veterinari ASL e allevatori, sulla base di carenza di normative che tutelino anche gli animali d’allevamento. Chiedo che i sindaci, in qualità di responsabili del benessere animale (e chi altro di competenza) si impegnino urgentemente e ordinino i necessari controlli nelle stalle segnalate di loro competenza.

Maria Luisa Inama - Coredo - tel 0463 536296

 

     

Roberto Bombarda

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