Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 6 novembre 2007 Gli organi di informazione hanno dato la scorsa settimana grande evidenza al ritrovamento da parte di un imprenditore dell’Alto Garda di una nuova sorgente di acqua potenzialmente minerale e, forse, termale a seguito di perforazioni profonde effettuate nell’ambito di un terreno di proprietà privata in località Linfano, nel Comune di Arco. Nei servizi giornalistici è stata data ampia rilevanza alla possibilità di trarne guadagni economici rilevanti, legati al fatto che l’acqua è e sarà sempre di più in futuro il vero e proprio “oro bianco”. E’ stato persino avanzato un paragone con l’acqua termale di Comano, utilizzata da secoli per le cure dermatologiche, dimenticandosi però di ricordare che a Comano l’acqua è totalmente pubblica e che la società gestrice, di proprietà dei locali Comuni, destina annualmente per statuto sociale una percentuale del fatturato ad attività di assistenza e beneficenza. Dunque l’acqua in questo caso ha un duplice valore di risorsa pubblica! E’ difficile immaginare che un imprenditore privato, quand’anche magnanimo mecenate, possa garantire analoghe ricadute sociali. Ma pure a Levico, Pejo e Rabbi, per citare le altre tre maggiori località termali del Trentino, l’acqua è di proprietà pubblica e la gestione ha ricadute di interesse collettivo. Nel caso di Arco sembra di assistere invece ad un film già visto. L’imprenditore privato, più scaltro e lungimirante dell’ente pubblico, utilizza l’acqua di una falda profonda che passa sotto anche ai terreni pubblici contigui con quelli di proprietà privata e questo utilizzo va a totale beneficio della propria attività d’impresa e non viene invece utilizzato dall’ente pubblico per creare nuova ricchezza, salvo i risicatissimi e clamorosamente bassi canoni di concessione. Va inoltre aggiunto che l’acqua è una risorsa limitata, nel senso che se la prelievi da una parte viene poi a mancare da un’altra. E con i cambiamenti climatici in corso sappiamo bene che le risorse idriche diminuiranno anche nell’arco alpino e che la disponibilità di acqua sarà un fattore determinante per la qualità della vita e per lo sviluppo di una comunità. Sarebbe dunque opportuno che la Provincia ed i Comuni valutassero opportunamente la situazione che si è venuta a creare al Linfano di Arco, affinché della “scoperta dell’acqua” se ne possa avvantaggiare l’intera collettività e tutti gli operatori economici e non soltanto l’imprenditore più avveduto. Ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere: se non ritenga opportuno che l’utilizzo e lo sfruttamento a fini economici dell’acqua profonda sottostante la località Linfano nel Comune di Arco rimanga di proprietà, gestione e utilizzo pubblico affinché possa andare a beneficio dell’intera comunità locale. Cons. prov. dott. Roberto Bombarda |
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