Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, 5 dicembre 2002 MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho apprezzato le considerazioni che, anche in sede di replica, il ministro ha svolto su un corretto ed assiduo rapporto tra Parlamento e Governo; si tratta di ciò che abbiamo lamentato mancare in questo lungo periodo di incarico ad interim degli affari esteri. Mi associo quindi all'augurio di buon lavoro che altri colleghi hanno formulato, soprattutto nei rapporti fra il Governo ed il Parlamento. Di fronte a noi abbiamo una sfida epocale sia rispetto all'imminente allargamento a 10 nuovi Stati membri dell'Unione europea, sia in considerazione delle successive tappe che nelle comunicazioni del ministro sono state annunciate. Questa sfida epocale certo deve vedere un ruolo attivo dell'Italia nella difesa dei propri interessi nazionali - questo è evidente - ma deve vedere anche la capacità di superare gli egoismi nazionali. Mi ha preoccupato il fatto che l'unico applauso che ha interrotto il ministro sia stato quello della Lega nord sul tema specifico delle quote latte: se si fosse dovuto applaudire nel corso della discussione, si sarebbero dovuti applaudire altri aspetti. Ho apprezzato il richiamo, nella parte conclusiva dell'intervento, al manifesto di Ventotene che ritengo richiami quell'ispirazione lontana: eravamo nel 1941, al confine fascista, quando Altiero Spinelli, Rossi e Colorni lanciarono quel manifesto davvero profetico. Da questo punto di vista, credo sia giusto, nel richiamare i valori che ci dovranno guidare ancora da qui in avanti, il riferimento del collega Rivolta - che condivido - al valore della laicità dello Stato. Da ultimo, signor Presidente, credo sia molto importante rendersi conto, tanto più nella fase dell'allargamento, che se l'Europa diventerà molto più forte ed anche più potente dal punto di vista economico, finanziario e dell'area di mercato, questa sua forza economica farà emergere in modo ancor più drammatico la disparità rispetto al suo ruolo politico. La necessità di una più forte iniziativa, anche dell'Italia, perché si arrivi, nel processo di integrazione ed anche in sede di elaborazione del trattato costituzionale, ad una politica estera di difesa e di sicurezza comune dell'Europa - l'assenza della quale rende totalmente irrilevante l'Europa sul piano internazionale - è tanto più messa in evidenza se si considera il ruolo che l'Europa può avere nell'immediato futuro rispetto ai paesi dell'ex Iugoslavia, all'Albania e alla Turchia, ma soprattutto rispetto al fianco sud e al fianco est del Mediterraneo, in relazione alla tragedia israeliano-palestinese. Un'Europa più forte ed unita sul terreno della politica estera della difesa e della sicurezza avrebbe potuto dare un contributo più forte rispetto alla risoluzione del drammatico conflitto mediorientale. Da questo punto di vista, il nostro impegno continuerà. Rivolgo al Governo l'augurio di buon lavoro e di un corretto rapporto tra Governo e Parlamento.
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MARCO BOATO |
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