Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei Deputati, 25, 26, 27 e 28 febbraio 2002 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà. MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi viene scritta una pagina nera nella storia del Parlamento e della democrazia italiana. La legge che la maggioranza di centrodestra sta per approvare non è finalizzata a risolvere il conflitto di interessi, ma serve a salvaguardare le forme più eclatanti di conflitto in capo ai titolari di cariche di Governo. La questione del conflitto di interessi è di sempre più grande rilevanza all'interno di un sistema politico istituzionale di tipo liberaldemocratico. Solo un'ignoranza abissale delle regole vigenti nei grandi sistemi democratici ha potuto far parlare, con autentico vaniloquio, di concezione comunista o di proposte incostituzionali presentate dall'Ulivo. Sono forse comunisti gli Stati Uniti d'America, la Gran Bretagna e tutte le grandi democrazie occidentali? Noi Verdi non solo abbiamo sottoscritto la proposta unitaria dell'Ulivo, ma abbiamo riproposto al voto di quest'Assemblea persino la stessa proposta di legge Berlusconi della XII e XIII legislatura ed anche la proposta di legge votata quasi all'unanimità in quest'aula nel 1998 di cui era relatore l'allora deputato di opposizione, oggi ministro, Frattini. La maggioranza di centrodestra ha votato sistematicamente contro anche questi emendamenti. Ha votato contro le stesse proposte presentate e votate dal centrodestra nella precedente legislatura. Sembra una farsa: era forse comunista lo stesso leader del Polo Berlusconi? Secondo il ministro Frattini erano incostituzionali anche le proposte di cui era relatore il deputato Frattini? Il ministro ha votato e fatto votare contro le sue stesse proposte; infatti, il ministro Frattini ha dichiarato incostituzionali le proposte del relatore Frattini nella scorsa legislatura: se non si trattasse di una vera tragedia democratica, si dovrebbe parlare di un'autentica farsa messa in scena dalla maggioranza di centrodestra in quest'aula. Ci siamo trovati di fronte ad un sistematico arretramento, fino a svuotare totalmente la portata normativa del disegno di legge al nostro esame. La maggioranza ha finto di invocare il dialogo e, poi, ha chiuso, con la mera forza dei numeri e nel silenzio della quasi totalità dei suoi deputati, qualunque possibilità di effettivo confronto nel merito. È vero, questa materia poteva e doveva essere risolta già nella scorsa legislatura (è stato un errore non farlo) ma non dimentichiamoci le migliaia di emendamenti ostruzionistici al Senato, non dimentichiamoci le accuse all'Ulivo di volere impedire per legge a Berlusconi di poter diventare Presidente del Consiglio. La questione del conflitto di interessi non è nata dal 1994 ma, in Italia, dal 1994 si pone il problema della coincidenza nella stessa persona del potere politico, economico e dell'informazione, cioè i tre grandi poteri delle società contemporanee concentrati in una sola persona: che questa sia un'anomalia assoluta rispetto ad uno Stato costituzionale di diritto è riconosciuto esplicitamente in tutto il mondo democratico. Risolvere il conflitto di interessi non significa né delegittimare né espropriare ma scegliere fra il legittimo esercizio del potere politico e l'altrettanto legittimo esercizio del potere economico e dell'informazione. Ciò che è anomalo, ciò che snatura qualunque sistema democratico è il non voler scegliere e pretendere di continuare a sommare sulla stessa persona il potere politico, economico e dell'informazione. Non c'è costituzionalista degno di questo nome che non riconosca questa anomalia, non c'è sistema politico di tipo liberaldemocratico che non si ponga il problema di risolverlo. Questa legge, invece, è il contrario di tutto ciò perché mantiene totalmente questa anomalia, questa indebita concentrazione di potere e, addirittura, cancella il conflitto di interessi: non lo risolve ma lo salvaguarda. Mi dispiace dirlo, ma si tratta di una autentica legge truffa. Meglio l'assenza di una legge, che farebbe quanto meno emergere l'anomalia perdurante, che un provvedimento come questo che la ignora, la copre e vanifica qualunque possibilità di soluzione: noi non voteremo questa legge. Abbiamo fatto di tutto per cambiarla ma il centrodestra ha risposto di no a tutto; una maggioranza militarizzata e silenziosa nella propria vergogna ha fatto muro contro qualunque proposta alternativa, razionale, rigorosa, equilibrata e credibile. Per tali motivi, i Verdi, l'Ulivo e l'opposizione di centrosinistra ora si rifiutano di legittimare, anche con il loro voto contrario, questa legge scellerata. Noi non saremo partecipi di questa vergogna, ve la voterete da soli e saranno i cittadini, quando saranno messi in condizione di farlo, a giudicarla: lo faranno con un referendum abrogativo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
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MARCO BOATO |
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