Trento, 13 aprile 2007
BOATO: «BONDI EGOISTA, DELLAI LAVORI PER LA COALIZIONE
Domani l’assise dei Verdi. Appuntamento al Centro Santa Chiara
Il deputato replica all’ex segretario diessino:«La Quercia ha sbagliato tattica»
intervista a Marco Boato
del Corriere del Trentino di venerdì 13 aprile 2007
Rivendica un Dellai impegnato per la coalizione e non, come sostiene Mauro Bondi nell’intervista al Corriere del Trentino, al timone del partito democratico autonomista. Marco Boato, leader dei Verdi che domani celebrano il proprio congresso, lancia messaggi al governatore.
L’ex segretario dei Ds, Bondi, prefigura una penalizzazione dei Ds nel passaggio al futuro partito democratico, nel caso in cui questo processo non venga guidato da Dellai, ma accompagnato da una lista più moderata, comunque controllata dalla Margherita.
Che cosa ne pensa?
«Se Bondi si affida a Dellai in questo modo mostra un segno di debolezza politica della sinistra. È possibile che quanto sostiene Bondi avvenga: sarebbe comunque il frutto di un errore dei Ds del Trentino, quello di aver fatto dipendere tutto il processo dal livello nazionale».
Ma lei è d’accordo con Dellai, quando definisce «non sufficiente» il partito democratico?
«Sì. Avevo sostenuto questa posizione già nel vertice di Villa Madruzzo, a gennaio. Dissi che nel 2003 avevamo vinto con il 60 per cento, e che il partito democratico aveva l’ambizione di arrivare al 30. Quando dissi che l’altra metà doveva arrivare dalle altre liste, ho percepito il consenso tacito di Dellai. Il punto è che l’ipotesi di partito democratico come mera somma di Ds e Civica risulta inadeguata; la somma di due più due, in questo caso, non solo non farà cinque, ma rischia di fare tre».
In Trentino, però, Andreolli e Lunelli rifuggono la «fusione a freddo».
«A livello locale, ancora più che a livello nazionale, c’è la netta sensazione che il progetto non venga percepito come progetto politico. Se lo fosse stato, avrei proposto ai Verdi di parteciparvi. Sono preoccupato perché, in dodici anni, invece che fare passi in avanti ne sono stati fatti indietro. Non solo si prefigura la nascita di un partito democratico asfittico, ma si rischia di penalizzare la coalizione».
Se il partito democratico non basta, che cosa va fatto?
«La coalizione non deve pensare solo al perimetro, tutte le forze devono invece farsi carico di risolvere le problematiche che sono emerse in questi anni. Il punto non è, come dice Bondi, che Dellai deve fare meno per la coalizione. È un ragionamento miope ed egoista. Il punto è come allargare e come rilanciare questa coalizione; non condivido l’ipotesi di qualche operazione con liste di comodo».
E allora come si allunga il perimetro?
«Dopo i congressi di Ds e Patt, Dellai deve fare una verifica tra gli alleati per verificare la loro volontà. A livello nazionale si stanno avviando rapporti impensabili tra Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, forse è il caso di porsi il problema di includere anche Rifondazione al governo. Ma la coalizione si può allargare anche al centro».
E i Verdi?
«Noi ci proporremo come parte ancora più decisiva della coalizione del centrosinistra autonomista. Il problema della coalizione è quello di creare un progetto politico culturale nuovo».
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