Trento, 24 aprile 2016
«Centrosinistra, una follia autodistruttiva
Contrasti dalle primarie. Il Pd si chiarisca»
Boato (Verdi) e l’alleanza: «Svolta subito. Staffetta, un errore. Subalterni all’Alto Adige»
dal Corriere del Trentino di domenica 24 aprile 2016
«Una follia autodistruttiva». È questo il «male» del centrosinistra autonomista secondo Marco Boato, ex parlamentare, esponente di lungo corso dei Verdi regionali.
Quali sono le ragioni di fondo dell’instabilità politica provinciale?
«La causa principale risale all’esito delle primarie del 2013: il Pd le ha perse solo per i contrasti interni e non ha mai digerito la vittoria di Ugo Rossi, che è sempre stato messo in discussione. Non si è mai conclusa la campagna elettorale del 2013 ed è iniziata quella per il 2018. Una situazione che logorerebbe chiunque».
Rossi cerca un rilancio da «sancire» nel vertice di martedì. Basterà?
«Sono proposte necessarie, ma non sufficienti. Da circa un anno la situazione è condizionata negativamente dalle fibrillazioni nei tre partiti principali, in permanente fase “congressuale”. Si parla di nomi anziché del futuro del Trentino nel contesto italiano ed europeo. Una follia autodistruttiva».
Si rischia di passare i due anni e mezzo restanti della consiliatura lottando per la leadership nel 2018?
«Se non ci sarà una svolta radicale, che finora vedo solo annunciata, sarà questo il rischio principale. La minaccia di dimissioni di Rossi è fortunatamente rientrata e sarebbe stata suicida per tutti. Mi auguro che il congresso del Pd chiuda questa fase di fibrillazione continua».
Il Pd a “guida Olivi” la convince? E la staffetta per A22?
«Olivi ha oscillato tra la voglia di “rivalsa” rispetto al 2013 e il desiderio di assumere la guida del suo partito. Mi auguro che a maggio il Pd risolva il proprio quadro interno. L’ipotesi di staffetta per la presidenza dell’A22 mi sembra l’ultimo sottoprodotto di questo stato confusionale. Condivido il giudizio del capogruppo Manica, che è stato duramente redarguito per aver detto quello che pensano in molti fuori dal “palazzo” del potere».
Cosa pensa del rapporto con l’Alto Adige anche in vista del Terzo Statuto?
«I rapporti formali con l’Alto Adige sono buoni, ma c’è una permanente subalternità del Trentino. Manca una visione complessiva del processo “costituente” e una condivisione dei problemi istituzionali, a cominciare dal ruolo imprescindibile della Regione».
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