Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 11 gennaio 2013 Gli umori, mando a dirlo, sono diversi. Sinistra ecologia e libertà non fa mistero della soddisfazione. Il direttivo nazionale dei Verdi, allineato con Idv nel sostengo al magistrato Antonio Ingroia, si trova invece in imbarazzo. L’accordo indisciplinato (con relativa lista comune alla Camera) tra Sel e i Verdi-Grüne-Vërc del Südtirol rimescola gli assetti, gli equilibri. Ad essere capolista sarà, come nel resto del Paese, il governatore della Puglia Nichi Vendola mentre al secondo posto, con la possibilità di essere eletto, c’è l’esponente dei Verdi altoatesini Florian Kronbichler, seguito dal bolzanino Guido Margheri (Sel), dalla trentina Antonella Nicolini (Sel) e dall’ex primario di ginecologia Emilio Arisi (Sel). E proprio il professionista lancia con entusiasmo l’intesa con l’Alto Adige: «È un’opportunità» spiega. Una frattura, invece, per Marco Boato, membro dell’ufficio di presidenza nazionale dei Verdi. Lo scoramento di Boato segue il ritmo degli eventi. È un ragionamento logico, il suo, e di coerenza politica: «Per tre mesi – spiega – Angelo Bonelli e io abbiamo chiesto al Pd nazionale di far parte a pieno titolo della coalizione di centrosinistra». Dopo tre incontri, il 28 dicembre è arrivato il niet dei democratici: «Un brutto segno di chiusura e di miopia politica» commenta. Diverso, invece, il rapporto col magistrato prestato alla politica: «Antonio Ingroia – prosegue – ha invece invitato personalmente i Verdi a far parte della sua lista “Rivoluzione civile”, intendendo inserire in questa lista civica arancione anche i protagonisti del mondo ecologista e ambientalista». L’invito, com’è noto, è stato cortesemente accettato. Ora il cantiere è aperto: «In Trentino-Alto Adige – precisa – stiamo costruendo collegialmente le candidature della lista “Rivoluzione civile” sia per la Camera che per il Senato, oltre ad integrare il programma nazionale con obiettivi specifici che riguardano le due autonomie speciali di Trento e Bolzano». Il percorso – fin qui lineare – pochi giorni fa s’è biforcato: «I Verdi di Bolzano hanno deciso un’altra strada, scegliendo i proporre una loro candidatura dentro la lista di Sel – rimarca Boato –. La cosa ci ha molto sorpresi, perché nei mesi scorsi i Verdi altoatesini avevano avuto vari sbandamenti, che ci avevano lasciati sconcertati». Boutade censite una dopo l’altra: «Tre mesi fa hanno proposto, con la loro portavoce Brigitte Foppa, una alleanza con Grillo – ricorda –. Poi hanno solidarizzato con chi escludeva a priori qualunque alleanza col Pd e Sel, proprio mentre Bonelli e io stavamo tentando di costruire la nostra partecipazione al centrosinistra». Infine l’accordo con il partito di Nichi Vendola: «Quando il Pd ci chiudeva la porta si sono inventati una loro candidatura in Sel – dice – in totale dissenso con i Verdi trentini e italiani, che avevano deciso di accogliere l’invito a partecipare alla lista di Ingroia con una mozione unanime nel Consiglio federal nazionale del 5 gennaio». Una soluzione per nulla digerita: «E tutto questo – aggiunge – solo nell’illusione di praticare una scorciatoia per ottenere un eventuale deputato, calpestando qualunque principio elementare di coerenza politica e di solidarietà con tutti gli altri Verdi italiani». Laconico il commento di Boato: «Credo che con Alexander Langer tutto questo sarebbe stato inconcepibile». Si apre poi una riflessione più ampia, legata al destino parlamentare dei Verdi: «Né i Verdi né, più in generale, gli ecologisti sono scompari – spiega – ma è vero che, tanto più in questa fase di crisi economica e sociale, è sempre più difficile far emergere la questione ambientale sul piano istituzionale». Il riferimento, oggi, è europeo: «Dopo la svolta del nostro Congresso di Fiuggi della fine del 2009 – spiega – negli ultimi due anni abbiamo molto lavorato per costruire un soggetto politico più ampio, gli “Eco-civici e Verdi europei”, girando definitivamente pagina rispetto alla gestione di Pecoraro Scanio». L’orizzonte è proteso verso di Grünen della Germania e l’«Europe écologie» francese. Meno crucci, invece, tra le fila Sel. Emilio Arisi lo ribadisce: «Noi siamo soddisfatti – speiga – perché i Verdi altoatesini sono una grande forza, culturale e ideologica». Sinistra ecologia e libertà ha saputo intercettare il malumore dei sudtirolesi, lontani dalle istanze di Ingroia: «Associarsi con loro – aggiunge – è un’opportunità politica e culturale». Una convergenza programmatica che, a detta di Arisi, porta a una rinnovata «ecologia delle coscienze e dei comportamenti».
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MARCO BOATO
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