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Mercoledì 4 febbraio 2004
«NON SACRIFICHIAMO LA VAL BRENTA!»
Solidarietà: “Offriamo opportunità di sviluppo”. Le donne: “Formazione per la partecipazione politica”.
Lo sci: “Il cambiamento del clima imporrà cambi di rotta”. I parchi: “Sono il nostro futuro”.
Intervista a Iva Berasi, pubblicata sul “Giornale delle Giudicarie” del 4 febbraio 2004
Si parlò e si discusse all’indomani delle assegnazioni degli incarichi nella Giunta Provinciale sul fatto che Iva Berasi, capolista dei Verdi, non fosse divenuta titolare per le questioni ambientaliste. Forse così sarebbe stato più facile affrontare questioni chiave della viabilità trentina e delle infrastrutture per lo sci (tanto per citare due aree di discussione)? Certo che questo del rapporto tra tutela dell’ambiente ed esigenze di sviluppo sia un argomento delicato, lo sanno bene anche i giudicariesi. Un esempio? L’Alta Rendena, che è da anni alle prese con qualcosa in più di un’ipotesi di collegamento impianti e piste tra Pinzolo e Campiglio. Ma l’assessore Iva Berasi, divisa tra pace, solidarietà internazionale, emigrazione e sport, ha comunque anche molto altro a cui pensare. Delle sue priorità abbiamo discusso direttamente con lei.
Capolista dei Verdi alle elezioni provinciali, ma Verdi che non sono stati riconosciuti con l’assegnazione dell’assessorato all’ambiente. Come interpreta questo dato? È stato un modo per imbavagliare una voce “critica” nei confronti di alcune scelte controverse (vedi VaI Jumela)?
È già successo che i Verdi non abbiano ricoperto sempre e solo incarichi limitati al tema ambientale. Nessuno credo ha mai messo in discussione i meriti ambientali di Edo Ronchi nei Governi Prodi e D’Alema, e tuttavia, nel successivo governo Amato i Verdi si sono occupati, con Pecoraro Scanio, di agricoltura. Personalmente do un giudizio positivo del quinquennio durante il quale ho ricoperto l’incarico di assessore all’ambiente e lo stesso giudizio, ritengo, lo abbiano dato gli elettori il 26 ottobre scorso. I Verdi hanno quasi raddoppiato i propri consensi, mancando il raddoppio degli eletti per poche centinaia di voti. La ripartizione degli affari fra gli assessori, come è noto, è competenza esclusiva del Presidente ed anche altri colleghi – che avevano operato altrettanto bene – si sono visti cambiare le competenze. Certo questo non era il nostro desiderio e lo abbiamo detto chiaramente al presidente Dellai. Sarebbe comunque una forzatura leggere quanto è accaduto come il tentativo di imbavagliare una voce critica. Sulla Jumela abbiamo detto “no” sin dall’inizio e continueremo a mantenere le nostre riserve. Vorrei anche aggiungere che non serve avere le competenze in materia ambientale per fare politiche per l’ambiente e, come Verdi, lo dimostreremo fra qualche settimana, proprio con una forte iniziativa sui Parchi naturali. La presenza in aula di un consigliere verde (oltre all’assessore in Giunta) amplia il nostro campo di azione e di proposta. Mi preme ribadire che i Verdi fanno parte della maggioranza che ha vinto le elezioni ed ha il compito di governare il Trentino nei prossimi cinque anni. Da questo punto di vista la nostra principale responsabilità è di fare proposte costruttive, possibilmente dialogando e lavorando insieme alle altre forze della coalizione. E questa stessa logica vale anche per tutte le altre forze del centro-sinistra autonomista. Se servirà sapremo essere ancora voce critica, ma la nostra preoccupazione, per ora, è di essere soprattutto una voce costruttiva e propositiva, coerente con il programma che abbiamo sottoposto agli elettori e con gli ideali che ispirano da oltre vent’anni la nostra azione sul piano politico e amministrativo.
Cosa ne pensa del collegamento sciistico Pinzolo-Campiglio?
Ritengo innanzitutto che non vada sacrificata la Val Brenta e che il collegamento necessario è quello che sappia risolvere i problemi della mobilità per dare qualità all’offerta turistica e non soccombere sotto i grandi numeri che paralizzano, come è successo qualche settimana fa, l’intera vallata.
E dell’ipotesi del trenino che colleghi Val Rendena con Val di Sole?
La prima guerra mondiale del secolo scorso ha interrotto un programma di espansione delle linee ferroviarie in Trentino, programma che comprendeva anche il trenino fra Trento e le Giudicarie attraverso il Bus de Vela ed il Limarò. Nei decenni successivi, con scarsa lungimiranza politica, sono state smantellate altre ferrovie (come la Rovereto-Riva e la Ora-Cavalese). In linea di massima io sono favorevole al ripristino di questi vecchi collegamenti ferroviari, con modalità tecniche moderne, come esistono in molte altre parti in Europa. Ce lo impongono i livelli di inquinamento da traffico sempre meno sopportabili sia per la popolazione sia per l’ambiente. Se vogliamo sopravvivere nelle Alpi occorre avere il coraggio di interventi drastici per ridurre il traffico su gomma e sostituirlo con quello su rotaia, favorendo il trasporto pubblico e collettivo.
Viva i parchi e abbasso lo sci? Qual’è la proposta di turismo dei Verdi, compatibile con le caratteristiche attuali delle Giudicarle?
Ovviamente non sono contro Io sci, uno sport che personalmente pratico ogni volta che trovo il tempo. Tuttavia sarebbe sbagliato ampliare i comprensori sciistici attuali a scapito dei Parchi e del le aree protette. Bisogna avere l’intelligenza di fermarsi in tempo. Il cambiamento del clima, che è sotto i nostri occhi, basta guardare il progressivo scioglimento dei ghiacciai, imporrà anche ai meno accorti un cambiamento di rotta. Io penso che, per quanto riguarda lo sci, è meglio ammodernare e mantenere efficienti i comprensori sciistici che oggi funzionano bene e lasciar perdere altre avventure. I Parchi, invece, rappresentano il futuro, anche per la nostra Valle. Del resto ci vuol poco a verificare quanto sostengo visitando altre esperienze sia in Italia sia all’estero. Chi non capisce questa opportunità e non si comporta di conseguenza danneggia tutti noi e la nostra economia. È bene che chi ancora pensa di poter sacrificare territori incontaminati per costruire nuovi impianti per lo sci rifletta su questi dati incontestabili. Ovviamente i Parchi da soli non possono vivere se attorno non cresce un’economia “di supporto”, fatta di accoglienza, offerta culturale, ecc.
Come imposterebbe in tre punti il tema della viabilità di Trentino (e in specie nelle Giudicarie)?
Penso che il Trentino abbia bisogno di un potenziamento della ferrovia del Brennero, ottimizzando anzitutto l’impiego della attuale linea che ancora non è utilizzata al 100% delle sue possibilità. In secondo luogo sono assolutamente contraria a nuovi tracciati autostradali (quali il completamento della Valdastico o la terza corsia dell’Autobrennero). Infine, per quanto riguarda la viabilità “interna” credo che lo sforzo vada nella direzione di rendere sicura e scorrevole la viabilità esistente risolvendo le situazioni di sofferenza dei nostri paesi. Il problema di fondo, rimane sempre quello della “sostenibilità” del traffico nell’ecosistema alpino. Siamo già oltre i limiti di guardia e costruire nuove strade non significa fluidificare il traffico, ma semplicemente aumentarlo.
Occorre dunque fornire risposte diverse: trasporti pubblici in alternativa alla mobilità privata, trasferimento delle merci da gomma a rotaia, nuove tecnologie che consentano di ridurre e razionalizzare la mobilità per lavoro (decentramento produttivo, telelavoro, ecc.).
E quello dell’energia elettrica?
La partita energetica è oggi una questione strategica. Non mi riferisco tanto alla proprietà delle centrali o delle concessioni, ma alla riconversione produttiva. Noi viviamo in una regione che produce molta energia da fonti rinnovabili (idroelettrico), forse anche troppa. E quindi dobbiamo operare affinché l’idroelettrico non si mangi i nostri fiumi. Non sono favorevole alla costruzione di nuove dighe – come a Valda o sul Vanoi – e penso che l’attività di quelle esistenti vada limitata, proseguendo con più decisione verso maggiori rilasci dalle dighe. Dovremo invece fare di più per ottenere energia dal sole (attraverso sia il fotovoltaico sia il riscaldamento solare dell’acqua) ed in qualche zona vocata anche dalI’eolico. Insomma il futuro energetico è sempre più nella direzione delle fonti rinnovabili e in tal senso mi auguro vada a buon fine il progetto del CEIS per un impianto di biogas nelle Giudicarie esteriori.
Un assessore dalla pace allo sport. --- «Come è noto le nuove competenze attribuitemi in questa legislatura sono quelle alla pace e solidarietà internazionale e l’emigrazione, mentre ho conservato le competenze per lo sport, pari opportunità e tutela degli animali d’affezione, di cui già mi occupavo nella scorsa legislatura. Lo sport può diventare un veicolo privilegiato di comprensione fra i popoli, riesce a unire attraverso regole comuni. Le pari opportunità si occupano di favorire una politica di genere e possono esplicarsi non solo a livello locale ma soprattutto là dove le bambine e le donne non godono degli stessi diritti, ad esempio l’accesso allo studio e al lavoro dei maschi o come le donne trentine hanno vissuto l’emigrazione. Solo un accenno ma che prefigura come lo sport e le pari opportunità, competenze già avute nella precedente legislatura, si possano efficacemente integrare con progetti di solidarietà internazionale o nei rapporti con i trentini nel mondo.»
Solidarietà internazionale, perché? --- «Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile non possiamo sottrarci alla consapevolezza dell’essere parte di un insieme più vasto dei confini provinciali e che anche le nostre azioni quotidiane possono incidere sulla vita di chi vive molto lontano da noi. D’altra parte vantiamo una forte tradizione di apertura e impegno solidale che si esplicita concretamente in tutte le iniziative di cooperazione allo sviluppo. Dobbiamo sempre più essere consapevoli che in un contesto di risorse limitate e spesso non rinnovabili ogni scelta, anche a livello locale, non può prescindere dall’analisi dell’impatto globale che produce (pensare globalmente e agire localmente). Per questo non credo che gli interventi – grandi o piccoli che siano – di solidarietà internazionale si collochino nell’ottica “caritatevole” o “compassionevole”. Puntiamo ad offrire opportunità di sviluppo, certo, compatibilmente con le risorse che possiamo mettere in gioco.»
Immigrazione o emigrazione? — Se guardiamo alle emergenze che quotidianamente dobbiamo affrontare, certamente oggi l’immigrazione riveste una priorità da tutti percepita. Tuttavia il Trentino è stato per molti decenni - ora fortunatamente non più - terra di emigranti. Esiste ormai all’estero dal Canada all’Australia, al Sud America - un altro Trentino, rappresentato dal figli, nipoti e pronipoti dei nostri emigranti, con i quali vogliamo mantenere un contatto attraverso l’aiuto in caso di difficoltà, ma soprattutto lo scambio culturale attraverso un intenso lavoro dell’associazionismo e delle istituzioni. È una esigenza che si manifesta in entrambe le direzioni: dal Trentino verso le comunità di emigranti e da queste Comunità verso il Trentino. C’è nei discendenti degli emigranti trentini un forte bisogno di mantenere il legame con le proprie radici, che sono qui, in Trentino, senza ovviamente nulla togliere al rapporto con la loro attuale “patria”, Questo legame ci offre anche strumenti di conoscenza per comprendere i nostri attuali “problemi” con l’immigrazione. Ecco perché, a mio avviso, immigrazione ed emigrazione sono due facce dello stesso problema»
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IVA BERASI
BIOGRAFIA
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